Il Consiglio di Stato dà il via libera al termovalorizzatore di Albano
Lasentenza del Consiglio di Stato legittima l'operato della Regione e al contempo capovolge il pronunciamento del Tar. Il controllo del giudice amministrativo, menziona il Consiglio di Stato, deve attenersi a verificare eventuali «vizi di legittimità» e non sostituirsi all'amministrazione. La notizia dello sblocco delle procedure dell'opera era stata anticipata in via ufficiosa dal ministro all'Ambiente Corrado Clini che per questa esternazione era stato vivacemente contestato sia dalle forze politiche di sinistra politica, sia dal comitato «No Inc». Il Consiglio di Stato ha, dunque, confermato il decreto commissariale del 2007 che ha «valore di dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori, nonché di variante allo strumento urbanistico del comune di Albano». I magistrati amministrativi, evidenziano inoltre che una volta emanata l'Aia – Autorizzazione Integrata Ambientale - sono «venute meno le ragioni ostative alla concreta realizzazione e successiva messa in esercizio dell'impianto». La governatrice Renata Polverini commenta: «È una cosa positiva. La situazione è molto migliorata. È una buona notizia, i lavori possono ripartire». Daniele Castri, referente legale del Coordinamento Contro l'Inceneritore di Albano, fa sapere che «che tutti i cittadini, le associazioni e molti dei sindaci dei Castelli Romani, già ricorrenti contro l'inceneritore di Albano sia al Tar che al Consiglio di Stato, presenteranno un ricorso agli organi competenti della giustizia europea per bloccare l'inceneritore». Per il capogruppo Pd di Roma Capitale Umberto Marroni lo sblocco alla realizzazione dell'impianto è una «notizia positiva, un passo avanti verso il superamento della discarica e la trasformazione del rifiuto in risorsa. È necessario proseguire per questa strada – aggiunge Marroni - valorizzando, come ha ben sottolineato oggi il ministro Clini, il ciclo industriale della differenziata che a Roma è ferma al palo ormai da quattro anni. Per questo abbiamo proposto, come Pd, un indirizzo per il potenziamento della raccolta differenziata e la costituzione di una società pubblico privata per lo sviluppo degli impianti di trattamento con Acea ed Ama». A dire del capogruppo regionale e il portavoce romano Fds, Ivano Peduzzi e Fabio Alberti, le dichiarazioni Marroni sarebbero incredibili: «Vorremmo sapere – dicono - se parla a titolo personale o del Pd. Tale affermazione non solo si muove in senso diametralmente opposto a quello dei comitati che si oppongono alle discariche e agli inceneritori ma anche all'indirizzo espresso dai dieci sindaci dei Castelli». Il sindaco di Albano Nicola Marini commenta così la sentenza: «Ci lascia sconcertati, si tratta di una sentenza pesante, soprattutto per le ricadute igienico-ambientali di tutto il nostro territorio e che non riguarda solo il Comune di Albano Laziale. Ricadute che invece erano state chiaramente individuate dal Tar e che invece il Consiglio di Stato ha completamente ribaltato, sostenendo la tesi, molto discutibile, di una amplissima discrezionalità amministrativa che fa riferimento esclusivamente agli interessi pubblici e privati coinvolti, senza controllo di legittimità. Cioè, individua nella sola Regione il soggetto incaricato di decidere sulla tematica rifiuti, eliminando la possibilità da parte del giudice amministrativo di entrare nel merito. La nostra battaglia – continua – proseguirà alla Corte europea, per far valere i nostri diritti. Convocheremo con urgenza il tavolo dei sindaci».