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Un anno e tremila euro

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per i tavolini all'aperto Pagando un tecnico risposta in due mesi Basta un no per ricominciare dall'inizio

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L'imprenditoreche vuole occupare con tavolini, sedie e arredi lo spazio all'esterno del suo locale, dovrà infatti necessariamente rivolgersi a un privato, geometra, ma più spesso sceglierà la strada dell'agenzia specializzata in queste pratiche, in grado di ridurre notevolmente i tempi, e assicurare il risultato nel giro di due, tre mesi, salvo inconvenienti. La normativa di riferimento delle osp ricadenti nella città storica, la 75 del 2010, stabilisce che una risposta dovrebbe arrivare entro 60 giorni, 30 nel resto della città. Poi scatta il silenzio-assenso, che nella realtà viene spesso rotto per «interessi superiori a quelli individuati». Il primo Municipio è di certo il più intasato dalle migliaia di domande di occupazione di suolo pubblico, che arrivano ogni anno ai suoi sportelli. Basti pensare che l'ufficio è aperto al pubblico tre giorni a settimana per una media di 100 persone ricevute ogni giorno. La pratica si avvia recandosi sul posto e compilando un apposito modulo. A questa vanno obbligatoriamente allegati una serie di documenti, che saranno uno o più professionisti a fornire. Si chiede, infatti, lo stralcio planimetrico della strada, piazza o simile in scala 1:50; la pianta della strada, piazza...in scala 1:200 con l'indicazione dell'occupazione di suolo pubblico e degli elementi di arredo esistenti; la pianta e il prospetto del luogo dove insiste l'occupazione di suolo pubblico con i tipi e le forme di attrezzature previste e i particolari e dettagli dell'attrezzatura; tre foto d'ambiente e tre foto di dettaglio dove ricade l'occupazione prevista. Infine, la relazione tecnica. Da qui in poi inizia il balletto delle competenze, specie come abbiamo detto, se si tratta di occupazione di suolo pubblico in primo Municipio ricadenti nella città storica. Il progetto viene esaminato da un'apposita commissione formata dalla polizia Roma Capitale (che dovrà recarsi sul posto per verificare l'occupazione di suolo pubblico, con i tempi necessari vista la cronica carenza di personale), Sovrintendenza, VII dipartimento se si tratta di viabilità principale e ufficio città storica. Questa commissione verifica la regolarità della domanda e la completezza degli atti, se mancano degli elementi o sono errati, l'ufficio invita il richiedente, con raccomandata, ad integrare o a correggere la domanda entro il termine di trenta giorni. La domanda viene inoltrata di nuovo e se ancora non corretta ritorna indietro e va di nuovo avanti, a volte anche per diversi mesi. Basta un solo no di un singolo organo preposto alla vigilanza per far ripartire il balletto e ricominciare tutto dall'inizio. E a questi pareri si aggiunge anche quello del servizio giardini, se l'occupazione di suolo pubblico ricade in spazi e aree destinate a giardino. Anche quello della Sovrintendenza ai Beni Archeologici e Culturali del Comune, quando le occupazioni di suolo pubblico interessano ville, palazzi, manufatti con interesse storico e archeologico, nonché zone, strade, piazze con valore artistico e paesaggistico-ambientale; della Sovrintendenza ai Beni Archeologici e della Sovrintendenza per i beni ambientali ed archittetonici di Roma, per le occupazioni di suolo pubblico su zone sottoposte alla tutela di cui al decreto del ministro dei Beni culturali e ambientali. Per ciascuno di questi pareri la delibera 75 fissa il termine di 15 giorni, praticamente mai rispettato. Non è finita qui perché nell'ambito della città storica i Municipi possono subordinare il rilascio delle concessioni alle prescrizioni di appositi piani che individuano la massima occupabilità delle aree e al rispetto delle disposizioni del nuovo codice della strada e del vigente piano generale del traffico urbano. In poche parole, una giungla di pareri e di competenze, in cui spesso l'imprenditore resta incastrato e come unica via di fuga vede il ricorso al Tar, sperando in una sospensiva che diventa il più delle volte l'unico suo «titolo» in possesso per occupare il suolo pubblico.

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