«Serve un patto con i militanti Pdl il nuovo segretario non si candidi»
Sostenutoda una parte del partito è candidato alla segreteria romana con la mozione «Il coraggio di cambiare». Onorevole Maselli, la sua candidatura è stata colta come uno scontro frontale contro il coordinatore uscente Gianni Sammarco, magari per rancori legati alla mancata presentazione della lista Pdl alle regionali. È così? «Niente affatto. La nostra è un'iniziativa politica portata avanti da un gruppo di soggetti, ognuno con un proprio peso politico. La nostra è un'azione di responsabilità e di consapevolezza del momento difficile che stiamo vivendo, economicamente e politicamente. Per questo abbiamo colto l'esigenza di tanti elettori, militanti, simpatizzanti del Pdl di essere protagonisti di un confronto aperto e di votare la classe dirigente del partito». Eppure si era raggiunto un accordo per un congresso unitario con la conferma dell'uscente Sammarco e ancora oggi si lavora a questo... «Nel Pdl di Roma e del Lazio se ne sono viste tante e c'è una reale esigenza di confrontarsi in modo concreto. Noi vogliamo un congresso che non sia una conta di tessere ma una conta di idee in grado di far partire una grande azione di rilancio del partito e questo, con dei vertici calati dall'alto non sarebbe possibile». C'è chi insiste sull'incompatibilità di una sua eventuale elezione e la presidenza di Sviluppo Lazio. «Vorrei chiarire che io non sono ineleggibile, altrimenti non avrei accettato la candidatura. Per quanto riguarda l'incompatibilità prevista dal regolamento, è chiaro che, se eletto mi dimetterei immediatamente da Sviluppo Lazio, così come invito chi intendesse candidarsi a stringere una sorta di "patto" per non presentarsi alle prossime elezioni». Una frecciatina al deputato Sammarco? «No. Dico soltanto che tra un anno si vota a Roma e per le politiche, e il regolamento stabilisce che i coordinatori che si volessero candidare alle elezioni debbano sospendersi sei mesi prima. Questo significherebbe lasciare il partito senza guida in uno dei momenti più delicati del partito stesso». Sembra scontato un rinvio dei congressi a maggio. Cosa ne pensa? «Penso che più si tarda e più si crea un danno al partito. Occorre rimettere subito in moto la politica territoriale del Pdl. Poi, le regole del segretario Alfano sono state applicate senza problemi in tutta Italia, ci chiediamo perché non possano essere applicate nel Lazio». Il problema però è Roma che conta più iscritti del resto d'Italia. È un'impresa soltanto trovare un luogo adatto allo svolgimento del congresso. «Stiamo parlando della Capitale, non credo il problema sia il luogo dove svolgere il congresso. Non solo, vorrei dire che il regolamento parla chiaro anche sui congressi municipali che debbono svolgersi dopo quello cittadino. A maggior ragione che Roma perderà 4 municipi. Facciamo votare anche chi domani non ci sarà più?».