Più liquidità all'edilizia per rilanciare la domanda
Rispettoal 2007, primo anno di inversione del ciclo edilizio, il mercato si è ridotto del 19,4% in termini reali. Uno dei dati più preoccupanti riguarda le stime Cresme per il 2012, secondo le quali si verificherà nel Lazio un'ulteriore contrazione degli investimenti del 3,8%, contro il 2% su scala nazionale . È quanto emerge dall'inserto «Edicola» della rivista di Ance Lazio , L.I.S.T.A., presentata alla Camera di Commercio. «La difficile congiuntura colpisce in modo “pesante” l'edilizia e l'industria delle costruzioni con caratteristiche straordinarie - ha detto il presidente Ance Lazio, Stefano Petrucci -. Il calo degli investimenti è determinato da una carenza anomala di risorse che incidono sul mercato privato e pubblico. È essenziale restituire liquidità al mercato. Le imprese più strutturate sono in difficoltà a causa dei mancati o ritardati pagamenti della PA, della recessione e del blocco del mercato privato, a cui si aggiunge la chiusura del sistema finanziario di fronte a progetti che potrebbero creare opportunità e favorire la ripresa». Tutto ciò si ripercuote sul tessuto imprenditoriale e sull'occupazione. Gli ultimi dati delle Casse edili provinciali evidenziano un calo delle ore lavorate dell'11% a dicembre 2011, passando da 5 milioni e 387.737 a 4 milioni 672.437, per un totale di 715.300 ore in meno. La contrazione è stata più forte a Roma (-15% e 540.000 ore in meno). Parallelamente il numero delle imprese iscritte alle Casse edili del Lazio nel si è ridotto del 10% rispetto all'anno prima con la scomparsa di 1.200 aziende. In particolare, nella capitale hanno lavorato 800 imprese in meno rispetto. Il numero degli operai iscritti alle Casse è sceso dell'11% a dicembre 2011 rispetto allo stesso mese 2010. Gli addetti attivi nell'ultimo mese dell'anno sono passati dai 51.563 di dicembre 2010 a 45.618 di dicembre 2011, con una perdita di 5.945 posti di lavoro. «Le difficoltà nell'accesso al credito - ha commentato il presidente della Camera di Commercio, Giancarlo Cremonesi - penalizzano il settore. Anche la domanda è in contrazione a causa di condizioni più onerose per l'accensione di un mutuo. «È essenziale restituire liquidità al sistema delle imprese - conclude Petrucci -. Si potrebbe ipotizzare un meccanismo di compensazione tra i crediti che le imprese vantano nei confronti dello Stato e i debiti fiscali e contributivi. Solo in questo modo si potrà rilanciare il mercato privato, consentendo a quella domanda oggi solo potenziale di diventare reale».