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Disabili senza fermate bus Comune condannato

Un disabile su una sedia a rotelle

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Troppo alti. Troppo bassi. O inesistenti. I marciapiedi rendono inaccessibili le fermate degli autobus ai disabili. Perché senza la banchina giusta l'autista non può far scendere la passerella. E le carrozzelle non salgono. Il Comune di Roma è stato condannato dal Tribunale per condotta discriminatoria dovuta alla presenza di barriere architettoniche che impediscono l'accesso ai mezzi di trasporto pubblico. Ne dà notizia l'associazione Luca Coscioni che aveva denunciato il Comune per conto di Gustavo Fraticelli, co-presidente dell'associazione. E il sindaco Gianni Alemanno ha ammesso che «è una sentenza giusta». In particolare la II sezione civile del Tribunale di Roma ha ordinato «al Comune di Roma, in persona del sindaco pro-tempore, la realizzazione entro 12 mesi, di un piano per la messa a norma dei marciapiedi corrispondenti alle fermate di via Cernaia, passeggiata di Ripetta, Piazza Fiume, via Veneto, via dei Cerchi». Il Tribunale ha inoltre condannato il Comune a risarcire il danno non patrimoniale (5.000 euro) cagionato a Fraticelli. «Questa sentenza - ha detto l'avvocato Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni - sarà un precedente importante, perché ogni disabile potrà chiedere che sia rispettato il suo diritto alla libera circolazione a vivere senza barriere architettoniche. E in ogni Comune potremo denunciare queste condotte discriminatorie». Buono solo uno Un solo marciapiede buono in tutta Roma. «In città - dice Alessandro Barbini, consulente legale del Fiaba (il Fondo per l'abbattimento delle barriere archittoniche) - l'unico esempio di marciapiede accessibile per gli autobus è quello di via Gianturco a piazzale Flaminio. Qui spiega l'avvocato «il marciapiede esce fuori, quindi l'autista non deve fare manovra, rimane sulla carreggiata e può tirare fuori la rampa che riesce ad appoggiarsi perché il livello del marciapiede è giusto». Eur Fermi Davanti al metrò, alla fermata di Eur Fermi, non c'è banchina. «E le passerelle non possono scendere perché finendo sull'asfalto avrebbero una pendenza eccessiva». Pensiline Anche le fermate con le pensiline sono una barriera perché, spiega Barbini «i marciapiedi non sono abbastanza larghi. E quando il disabile scende in impennata, cioè su due ruote, si trova davanti la seduta, e rischia di farsi male o di fare male agli altri». Consolari Quasi mai esistono marciapiedi su Ardeatina e Cassia. «E senza, il disabile non può salire». Tram È il mezzo più vietato ai disabili perché «la corsia è realizzata in mezzo alla strada, e quindi il marciapiede non è mai sufficientemente largo». Palmiro Togliatti Anche qui c'è il problema della profondità, la corsia preferenziale dei bus è centrale, «e c'è lo stesso problema come se fosse un tram». Fermate a golfo Sono quelle dove l'autobus rientra. Solitamente sono zeppe di auto in sosta. E gli autobus non riescono ad accostarsi. Passerelle Ma l'altra grande barriera, conclude l'avvocato del Fiaba sono «gli autobus senza scivoli».

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