Zona pedonale e sottopasso Le paure degli esercenti
Poic'è il problema del caro affitti dei negozi, che sta facendo chiudere anche le attività commerciali più antiche, gli eterni lavori pubblici che assottigliano i già magri bilanci dei negozi e dei pubblici esercizi. Alla voce di «il centro sta morendo», negozianti ed esercenti pubblici si sono riuniti, ieri, attorno a un tavolo al caffè Rosati di piazza del Popolo. Un incontro organizzato dal vicepresidente della commissione commercio del I Municipio Maurizio Forliti, che ha incontrato i titolari delle attività commerciali. E le lamentele non sono certo mancate. A cominciare dal progetto di pedonalizzazione del Tridente che quasi terrorizza i commercianti. «Pedonalizzare il cuore della città senza prevedere un adeguato piano di mobilità è un assurdo - spiga Adriano Angelini, presidente dell'associazione Tridente del Centro Storico - già oggi, secondo il censimento fatto dal gruppo consiliare della I circoscrizione e dall'associazione dei residenti tridente romano, mancano più di mille posti auto. Figuriamoci cosa accadrebbe pedonalizzando il Tridente e poi l'area del Tridentino, come annunciato dall'assessore Aurigemma dopo la richiesta del presidente del I Municipio Corsetti». D'accordo anche il presidente della Confesercenti provinciale Valter Giammaria: «La pedonalizzazione del centro deve essere subordinata alla concreta realizzazione di aree di sosta e di scambio». Altro tema caldo, il sottopasso dell'Ara Pacis. I commercianti sono contrari. È ancora Angelini a puntare il dito contro l'opera che «bloccherebbe l'intera zona per anni». Antonella De Gregorio di Federalberghi, gli fa eco: «Non si può pedonalizzare senza un piano capillare dell'area». Sono favorevoli, invece, all'avvio di «una concertazione tra il Comune e il I Municipio con le associazioni sindacali, di categoria oltre che di residenti, per ridiscutere la pedonalizzazione del centro storico incentivando nuovi parcheggi e l'impiego di mezzi pubblici». Rappresentati ieri dalla Fipe-Confcommercio, la questione sottoposta al tavolo di confronto è stata, tra le altre, l'eccesso di potere di cui dispone il I Municipio, in casi come piani di massima occupabilità o licenze per occupazioni di suolo pubblico. Provvedimenti che possono cambiare la vita di un esercente e che, a detta di Alessandro Riem, segretario generale della Fipe, dovrebbero essere emanati direttamente dal Comune. Damiana Verucci