Canapini fa dietrofront E Cerroni tenta il blitz
Il patron di Malagrotta spinge per Monti dell'Ortaccio
ManlioCerroni, mentre in Regione si ventilava una nuova proroga per Malagrotta, è stato avvistato a Riano, altro sito selezionato per uscire dall'emergenza, in compagnia del presidente di Italia Nostra Carlo Ripa di Meana, che sarebbe stato contattato per un «sopralluogo esplorativo» volto a dimostrare come, in realtà, la soluzione «meno invasiva e più tempestiva» si chiamerebbe Monti dell'Ortaccio, dove alla «buca» si sta lavorando da tempo. Ancora, da Riano fioccano nuovi esposti. Il prossimo 31 marzo, l'associazione Zero Waste Lazio ha invitato gli «amici campani» a manifestare davanti alla Prefettura: titolo dell'iniziativa «Roma e Napoli verso i rifiuti zero». Insomma, dopo che Alemanno, Zingaretti, Polverini e Pecoraro sono stati convocati dal ministro dell'Ambiente Clini, il quale ha disposto ulteriori indagini includendo di fatto nel toto-discarica le aree precedentemente scartate, si riposizionano anche gli assetti della protesta. Il primo niet, in riferimento alla possibilità che sia riconsiderata la scelta di Osteriaccia o Pizzo del Prete, è del sindaco di Fiumicino: «Dopo la riunione al ministero non c'è stato alcun contatto – ha detto Canapini – ma il Comune si è già espresso: noi siamo fermamente contrari. La Regione dopo aver genericamente indicato Pizzo del Prete non ci ha più dato alcuna notizia in merito». E puntualizza: «Anche ammesso che ci siano condizioni non escludenti, Pizzo del Prete per giugno non sarebbe comunque pronta a ospitare rifiuti perché andrebbero fatte tutte le indagini preliminari». Indagini invece già iniziate, e che oggi si tingono di giallo, a Riano: alcuni comitati cittadini si sono nuovamente rivolti alla Procura contestando il fatto che - come testimoniato dagli stessi gestori delle cave - nessun sopralluogo sarebbe avvenuto nel periodo oggetto della relazione tecnica redatta su incarico del prefetto, ovvero tra il 6 ed il 20 ottobre scorsi. A loro dire la bandierina su Quadro Alto sarebbe quindi stata messa «al buio». La guardia resta alta anche su Monti dell'Ortaccio, già depennata perché troppo vicina a Malagrotta «e perché uno studio Ispra ha evidenziato un inquinamento delle falde», conclude Massimo Piras del coordinamento Zero Waste Lazi.