Il Tar smonta tutto Scacco a Comune e Regione
Sanità, rifiuti, cortei, quote rose, restauro di monumenti, noleggiatori con conducente. Sembra essere ormai la magistratura amministrativa a dettare l'agenda politica del Comune di Roma e della Regione Lazio. Non manca provvedimento, infatti, che non venga puntualmente impugnato dinanzi al Tar da cittadini, comitati di quartiere, associazioni, opposizione politica, e non riceva puntualmente la censura dei giudici. La casistica degli ultimi mesi è l'emblema di un equilibrio difficile - se non impossibile - tra il potere amministrativo di chi, legittimamente eletto, esercita il mandato di governo locale attribuito dai cittadini e chi si trova a dover giudicare sulla legittimità dei provvedimenti presi dall'organo politico. Il tema è quanto mai d'attualità. Le riforme legislative che negli ultimi anni hanno interessato la magistratura amministrativa - estendendone i poteri e attribuendole istituti assimilabili a quelli della giurisdizione ordinaria - le consentono oggi un vasto potere d'intervento sui provvedimenti amministrativi degli organi dello Stato e dei livelli di governo locale. Da un lato in determinati casi è lo stesso giudice ordinario a poter disapplicare il provvedimento. Dall'altro lato, invece, il Tar ha visto estendere il proprio potere ben oltre la possibilità di annullare gli atti illegittimi, potendo ora intervenire nella tutela tanto degli interessi legittimi quanto dei diritti soggettivi, andando fino a sindacare nel merito le scelte discrezionali delle amministrazioni. A Roma e nel Lazio ciò sta producendo la paralisi degli enti di governo territoriale. Prendiamo ad esempio la Regione. Dovendo far fronte a un deficit di 1,8 miliardi di euro, la governatrice Polverini, in qualità di commissario ad acta per la Sanità, ha messo mano drasticamente all'organizzazione della rete territoriale, varando un Piano di riordino della rete ospedaliera che prevede la riconversione di 24 piccoli ospedali. Risultato: tutte le comunità dell'hinterland romano coinvolte dal Piano hanno deciso di ricorrere alla giustizia amministrativa per salvare gli ospedali a Frascati, Bracciano, Subiaco e Monterotondo. Ottenendo tutela. Ad oggi sulle scelte sanitarie della Regione grava la spada di Damocle del Tar, forte anche del potere di concedere misure cautelari a tutela del ricorrente. Ossia la sospensione del provvedimento impugnato in attesa della discussione nel merito. L'ospedale di Bracciano, tanto per citare l'ultimo caso, non si può riconvertire perché il Consiglio di Stato in grado d'appello reputa esistente il rischio di un grave e irreparabile danno per la cittadinanza e ha concesso la sospensiva. Tutto bloccato insomma fino all'udienza del 13 aprile. Situazione analoga sul fronte dei rifiuti. In attesa che la Procura concluda l'inchiesta per falso materiale e ideologico che ha coinvolto la scelta dei due siti temporanei indicati dal prefetto Pecoraro per ospitare la discarica post-Malagrotta, il Tar ha rinviato l'udienza del ricorso presentato dai cittadini di Riano e Corcolle-San Vittorino al 18 aprile. Con il rischio che più che l'indagine dei pm, sia una sentenza a bloccare i provvedimenti di Pecoraro, facendo piombare Roma e il Lazio in un'emergenza rifiuti simile a quella che ha investito la Campania. Per quanto riguarda il Campidoglio, poi, gli effetti delle sentenze del Tar hanno influenzato le scelte politiche di Alemanno, costretto a un rimpasto di giunta per tutelare le quote rosa grazie al ricorso vinto dalle consiglieri comunali d'opposizione Cirinnà e Azuni. Risultato: fuori Cutrufo, De Lillo e Laura Marsilio, Belviso promossa vicesindaco e Rosella Sensi assessore. Ma neanche questo è bastato a Cirinnà e Azuni. Così il sindaco, onde evitare nuovi pronunciamenti avversi, ha messo mano ulteriormente alla squadra di governo, con Antoniozzi che ha cavallerescamente lasciato il posto a Lucia Funari, già capodiparimento dell'assessorato Casa e Patrimonio. I provvedimenti del Campidoglio sono quelli che hanno maggiormente impegnato il Tar negli ultimi mesi. I giudici amministrativi hanno annullato ad esempio l'ordinanza restrittiva sui cortei fortemente voluta dal sindaco, su ricorso presentato dalla Federazione della Sinistra. Così come è da rifare l'ordinanza con la quale Roma Capitale regolamentava l'accesso sul territorio capitolino dei noleggiatori con licenza di altri Comuni. Resta invece appeso a un filo il restauro del Colosseo sponsorizzato da Della Valle. Mister Tod's, pur avendo ottenuto il via libera dall'Autorità degli appalti, dovrà aspettare il 9 maggio per sapere se può spendere 25 milioni per salvare il monumento simbolo di Roma.