Dentista a capo del Centro Trapianti Altolà del Tar
Afarla scoppiare le «nomine» contenute nel decreto 92 del 15 febbraio a firma del presidente del Consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese. I nomi? Pietro Alimonti e Aldo D'Avach come vicepresidenti, rispettivamente medico internista del Fatebenefratelli e sindacalista e membro del cda dell'Asp. Ma è soprattutto il presunto «nuovo presidente» a far infuriare gli esperti: si tratta di Gaetano Marcello, dentista di Guidonia, definito dall'opposizione «espressione della Lista Polverini», ma salutato con favore anche da Mario Baccini (Pdl). Dopo la bufera, però, la vicenda sembra avviata al nulla di fatto. In serata il Tar ha accolto la richiesta di sospensione del provvedimento di designazione rinviando alla camera di consiglio del 28 marzo per la discussione. A presentarlo è stato l'avvocato Gianluca Piccinni che tutela gli interessi dell'attuale commissario dell'Agenzia per i trapianti del Lazio, il professor Carlo Umberto Casciani, chirurgo, uno dei pionieri nel campo dei trapianti in Italia. Per l'avvocato, «è un provvedimento ambiguo, con numerosi vizi procedurali e difformità... rispetto alla Statuto dell'Agenzia». Ma queste nomine, la Giunta regionale è categorica, in realtà non ci sono mai state: «Il decreto a cui si fa riferimento - si legge in una nota - esprime una mera designazione da parte del Consiglio», perchè per le nomine serve un decreto della governatrice. Anzi, specificano più tardi gli uffici della Polverini, il decreto in questione è stato «rinviato già nelle settimane scorse al presidente del Consiglio regionale», perchè dal garbuglio normativo alla base della disciplina delle nomine emergerebbe l'esclusiva competenza della governatrice nella nomina del presidente, senza neanche il bisogno della designazione di Consiglio. E poi perchè, tra i due vicepresidenti, uno «non risulta chiaramente in possesso dei requisiti». Potrebbe trattarsi di Aldo D'Avach, che oggi ha fatto un passo indietro. Lo difende il capogruppo Pd Esterino Montino: «Le nomine sono competenza di Consiglio - dice - e una, per prassi, è espressa dalla minoranza».