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Altre due denunce a Sos impresa

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Hannodichiarato di aver subito pressioni da parte dei vigili urbani, uno di loro ha perfino deciso di chiudere l'attività. «Mi ha detto di non farcela più per le ripetute "visite" dei vigili urbani nel suo locale e le multe per ogni più piccola questione - racconta Bianca La Rocca, portavoce di Sos Impresa, che in questi giorni ha parlato di un vero e proprio racket nella Capitale - Gli ho consigliato di rivolgersi ai nostri avvocati, come quasi sempre accade vuole restare anonimo. Mi ha comunque ringraziato per quello che facciamo, si tratta di un associato della Confesercenti». È l'ennesimo caso, mentre le due principali associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti, continuano a dichiarare di non essere a conoscenza di presunte richieste di pizzo da parte dei vigili ai danni dei commercianti loro associati, tanto meno dell'esistenza di un racket delle licenze. In particolare è Valter Giammaria, presidente della Confesercenti a dichiararsi «risentito» per quanto detto da La Rocca. «Non si può parlare di un sistema quando non si hanno le prove per dimostrare che lo sia davvero. Ho ribadito al prefetto che a mio parere si tratta di episodi isolati che, certo, vanno combattuti denunciando». La risposta del portavoce di Sos Imprese non si fa attendere: «I dati del racket a Roma sono pubblici, contenuti nel XVI rapporto di Sos Imprese. Se Giammaria dice che non si tratta di sistema, la sua è una valutazione personale. La mia, è differente». Anche Giuseppe Roscioli, leader della Confcommercio Roma sembra stizzito dalle dichiarazioni di La Rocca. «Se è a conoscenza di questi casi li denunci alle autorità competenti, come farei io al suo posto», la sua risposta. Damiana Verucci

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