Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

«Scriverò al governo per difenderci dai cortei»

default_image

  • a
  • a
  • a

Adesso,con il blocco di riforme e tagli che si appresta a varare il governo è sin troppo semplice immaginare che manifestazioni e cortei tornino all'ordine del giorno. Per questo, il sindaco Alemanno si è deciso a scrivere una lettera al presidente Monti e la ministro dell'Interno Cancellieri. «Dopo che il Tar ha impugnato l'ordinanza che avevo fatto per la regolamentazione dei cortei mi accingo a scrivere al governo - annuncia Alemanno - per chiedere loro di difendere Roma da un'eccessiva "alluvione" di manifestazioni senza regole che non permette di rispettare il diritto alla mobilità dei cittadini». E sì perché negli ultimi tempi i giudici del Tar hanno più volte influenzato in modo determinante la vita politica (e dunque amministrativa) della Capitale. Il restuaro del Colosseo, le quote rosa in giunta, tanto per citare alcuni esempi e, appunto, i cortei. Dopo estenuanti trattative che a nulla hanno portato, il sindaco decise, dopo la devastazione dei balck bloc di ottobre di emanare un'ordinanza che limitava i cortei nei percorsi ma soprattutto nella frequenza: non più di uno al giorno. Fatto ricorso, annullata l'ordinanza. Resta così in vigore il vecchio protocollo d'intesa siglato in prefettura da sindacati e partiti e che, sostanzialmente, limita i cortei soltanto nella parte dei percorsi autorizzati. Ora, alla vigilia di un momento difficile, il timore (fondato) è quello di ritrovarsi nuovamente una città ostaggio delle manifestazioni. Non va giù l'iniziativa del sindaco di scrivere al governo. La Cgil così come la Federazione della Sinistra e una parte del Pd attaccano già a priori il primo cittadino. «Alemanno non vuole proprio darsi pace - dicono i due consiglieri regionali della FdS, peduzzi e Nobile - l'ordinanza blocca cortei è illegittima, lo ha stabilito il Tar accogliendo il ricorso presentato da noi, a seguito del quale il Tribunale non solo ha annullato il provvedimento ma ha condannato il Comune di Roma e la Presidenza del Consiglio dei Ministri al pagamento delle spese di giudizio. Con questa sentenza è stato bloccato il tentativo subdolo della giunta capitolina di reprimere il conflitto sociale ed è stato ripristinato il diritto a manifestare. Eppure il sindaco ci riprova e, questa volta, chiede l'aiuto di un governo che, proprio come Alemanno a Roma, sta cercando di arginare il legittimo dissenso del popolo dei no Tav». Possibile che nessuno si chieda tuttavia come garantire il diritto dei romani a vivere? S.N.

Dai blog