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Roma Capitale La riforma deve partire dal basso

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Èla «city» la ricetta del Terzo Polo sul futuro della Capitale. A 15 giorni dall'approvazione del secondo decreto di riforma su Roma Capitale, un convegno alla Camera ha messo nero su bianco le proposte di Udc, Fli e Api. Presenti alcuni minisindaci dei Municipi. Applicare il modello londinese al centro di Roma, il primo step: tramite l'accorpamento dei Municipi centrali, per dar vita a un'unica area della «romanitas», procedendo a successive aggregazioni in base a omogeneità urbanistiche o di altro tipo. Secondo step, il rafforzamento degli altri Municipi, con l'acquisizione di competenze alla pari dei consigli comunali. «Un circolo virtuoso da estendere ai comuni della provincia, nell'ambito dell'operazione di creazione di un'area metropolitana», ha spiegato il coordinatore romano Api, Alberto Gambino. «L'istituzione della città metropolitana - ha detto Matteo Costantini, portavoce Amici del Terzo Polo - è anche in funzione anticasta, come la proposta di cancellazione della Provincia». Per Francesco Smedile, presidente della Commissione comunale Roma Capitale, «solo uscendo dalla logica di Palazzo si potranno scandire i giusti tempi di lavoro», anche perché «fino adesso il ragionamento su Roma Capitale è stato povero di contenuti e risorse», ha aggiunto il consigliere regionale Api, Mario Mei. D'accordo sulle maggiori competenze per i Municipi, nell'ottica di competizione con le altre Capitali europee, si è detto Carlo De Romanis, vicepresidente della Commissione regionale Roma Capitale, sottolineando la trasversalità del Pdl «su tanti temi vicini a Fli e a altri partiti sui quali c'è condivisione di obiettivi». Non ha dubbi il vicepresidente del Lazio, Luciano Ciocchetti: «L'asset attuale di governance sulla Capitale non è più in grado di gestire il territorio. Creare una città metropolitana di Roma Capitale con gli attuali Comuni della provincia di Roma è l'unica soluzione». E, «alle prossime elezioni amministrative e nazionali, il Terzo Polo dovrebbe lanciare il modello che può essere ripreso da una mia proposta di legge del 2008, che conferisce ai Municipi lo status di veri Comuni, nell'ambito di una regione Lazio a statuto speciale». Tocca a Flavia Perina, coordinatrice romana Fli, trarre le conclusioni: «Siamo contro il portato dei decreti di Roma Capitale e ora questo deve sfociare in posizioni politiche coraggiose, perché ci vuole assunzione di responsabilità. E siamo anche d'accordo che va riconsiderato il processo avvenuto sotto l'etichetta "federalismo", perché viziato dalla Lega». Valentina Conti

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