Erica Dellapasqua Sul dossier multe l'ufficio Contravvenzioni smentisce i vigili: «Hanno divulgato notizie inesatte e anche in modo poco corretto».
Alemannovenerdì scorso, trapelata la notizia, aveva ordinato accertamenti interni per verificare quanto i dati consegnati all'opinione pubblica fossero attendibili o meno. Non ha perso tempo, aspettando di essere convocato, il dirigente dell'ufficio Contravvenzioni di via Ostiense, Pasquale Pelusi, che ieri mattina si è presentato spontaneamente in Campidoglio «per onor di verità» stabilendo che le informazioni divulgate non corrispondono ai fatti. Anzitutto, non si tratta di «debiti»: buona parte delle multe sono state pagate (275), altre contestate e oggetto di ricorsi (568 casi), alcune iscritte a ruolo (390), si contano anche ordinanze di rigetto del Prefetto (152). Da aggiungersi i verbali ancora nel «limbo» per motivi informatici, riferiti agli anni 2009-11, da iscriversi a ruolo. Non meno importante il «difetto» di competenza. Dal 1995, da quando insomma l'iscrizione a ruolo dei verbali non è più in capo agli agenti bensì al Dipartimento delle Entrate del Campidoglio, il cui braccio operativo è appunto l'ufficio Contravvenzioni, quello di Pelusi è l'unico ufficio in grado di ricostruire l'iter di una multa incrociando i dati della Municipale con quelli di Equitalia: «Appena ho letto la notizia - si interroga il direttore - mi è sembrato tutto molto strano, perché la Municipale segue solo lo storico dei verbali e non l'intero percorso: come fa a quantificare un debito senza sapere se quella multa è andata prescritta, o magari è stata pagata?». Dubbi che Pelusi ha condiviso, ieri mattina, con il primo cittadino e vari agenti della Municipale tra cui lo stesso comandante Giuliani. «Stamattina (ieri, ndr) sono andato in ufficio prestissimo per stilare un'informativa puntuale dal '95 a oggi - spiega Pelusi - Dai controlli è emersa una situazione diversa da quella descritta». Ed entra nel dettaglio: «Il numero di multe è vicino a quanto emerso, parliamo di 2.184 verbali, ma di questi buona parte sono stati già liquidati dalla società, altri sono oggetto di ricorso, mi risulta che anzi gli intestatari abbiano vinto varie cause, mentre i restanti sono in lavorazione, comunque in via di iscrizione a ruolo». Poi una precisazione obbligata visto l'ultimo filone che potrebbe essere oggetto di indagini, quello legato ai «permessi facili» per accedere alla Ztl, che aveva già portato all'iscrizione nel registro degli indagati del vigile Claudio Coppola: «Confermo - continua Pelusi - che circa il 90% delle multe si riferisce agli accessi nella Ztl o in corsie preferenziali a partire dal 2001, ma non mi risulta abbiano nulla a che fare con quella storia». Anche perché, come ribadito a più riprese dai Bernabei, ogni mezzo della società è provvisto di regolare autorizzazione. Infine, sul "debito" di 350 mila euro: «Si è proceduto a una stima approssimativa – continua Pelusi – calcolando che l'ammenda per la zona a traffico limitato è di 80 euro, si è fatta una media, calcolando che trascorsi 60 giorni la somma raddoppia e aggiungendo gli interessi di maggiorazione, ma l'importo non necessariamente corrisponde al numero di multe da riscuotere». Stime "gonfiate", che ragionevolmente comprendono anche cifre da "depennare", come il preavviso di fermo dei veicoli della ditta notificato ai Bernabei da Equitalia nel 2009 per un importo complessivo di circa 50 mila euro, anche questo già da tempo sul tavolo del giudice di pace.