I No Tav bloccano l'A24 Occupata la tangenziale
Due diritti che, come accade spesso, si incrociano e si contrappongono. Il primo è quello di manifestare, garantito dalla Costituzione. Il secondo, quello di muoversi liberamente lungo strade e piazze della metropoli. Una possibilità, quest'ultima, compromessa da manifestazioni e proteste che bloccano la città, costringono a numerose deviazioni dei mezzi pubblici e, com'è avvenuto il 14 dicembre 2010 e il 15 ottobre 2011, provocano devastazioni, feriti e danni per centinaia di migliaia di euro. Ieri la libertà di spostamento dei romani è stata negata tre volte. Tre i cortei, autorizzati, che hanno percorso le vie della Capitale: quello organizzato da La destra, quello degli edili e quello dei No Tav, che non ha rispettato il percorso previsto. Il sindaco ci aveva provato. All'indomani dei violenti scontri di ottobre a San Giovanni, il 17 ottobre, aveva vietato d'imperio con un'ordinanza tutte le proteste per un mese nel territorio del primo municipio. Lo scorso 14 febbraio una sentenza del Tribunale amministrativo del Lazio ha fatto tabula rasa della sua iniziativa. Non solo. Il Tar aveva anche annullato l'ordinanza firmata da Alemanno con la quale dal 18 novembre (e fino al 31 dicembre) si disponeva che, per esigenze di traffico e viabilità, nel centro storico di Roma «fossero da considerare compatibili: manifestazioni statiche da tenersi in alcune aree specifiche (piazza Bocca della Verità, piazza Santi Apostoli, piazza della Repubblica, Circo Massimo, piazza Farnese, piazza San Giovanni, piazza del Popolo, sedi istituzionali), e grandi manifestazioni con formazione di corteo, limitandole alla giornata del sabato e lungo uno di cinque itinerari predeterminati». Niente da eccepire sul piano legale, per carità. Però gli effetti di queste decisioni della magistratura amministrativa si sono visti anche ieri, quando la città è stata attraversata da mattina a sera dalle tre manifestazioni. La prima, quella dei lavoratori edili, è partita alle 9 da piazza Bocca della Verità e si è conclusa al Colosseo. «Siamo trentamila», hanno comunicato gli organizzatori. Sotto il palco, la testa del corteo con i rappresentanti dei lavoratori della Metro C di Roma, che con il lutto al braccio hanno ricordato Luigi, il giovane lavoratore morto venerdì. Listate a lutto, per volontà dei sindacati, anche tutte le bandiere. Tra i cartelli esposti in ricordo delle morti bianche, i luoghi in cui alcuni lavoratori hanno recentemente perso la vita. «Raccordo Salerno Avellino», «Interporto battipaglia», «Cava dè tirreni». La seconda, indetta da «La Destra» di Francesco Storace si è mossa intorno alle 14 da piazza della Repubblica e ha raggiunto la Bocca della Verità per il comizio finale. «Registriamo una partecipazione che ai cortei di destra non si vedeva dal 1992, anno di tangentopoli - ha esultato Roberto Buonasorte, capo dell'organizzazione del partito - Tra pullman, auto e presenze individuali contiamo di superare le 20 mila presenze tra corteo e comizio finale. Una folla oceanica». Infine, la terza protesta, quella più «a rischio» di violenze, ha visto i No Tav muoversi alle 15 da piazzale Tiburtino. Mille e cinquecento, al massimo duemila, i partecipanti. L'obiettivo concordato era raggiungere largo Preneste. Ma il corteo sulla Prenestina è tornato indietro e ha imboccato la tangenziale, occupandola. Alcune bombe carta sono state lanciate dalla sopraelevata e sono finite nel deposito Atac sottostante. Poco prima era stato bloccato l'ingresso dell'autostrada Roma-L'Aquila. Una troupe di Rainews è stata aggredita verso le 17.30: «La telecamera è andata in frantumi mentre il nostro collega ha riportato una ferita alla mano», spiegano all'emittente. Il giornalista Sansonetti si è beccato un «fascista, vai a Casa Pound». Una cronista di La7 ha ricevuto acqua in testa «per aver osato fare una domanda agli organizzatori», ha spiegato lei stessa. Gli ultimi due cortei hanno causato deviazioni di bus e tram e chiusure di strade . Per «La Destra» sono state chiuse le strade nelle zone Termini, Repubblica, Cavour, Fori, Colosseo e deviate le linee bus centrali. Per i No Tav sono state chiuse le strade della zona San Lorenzo, Porta Maggiore. Le Linee dei tram 5-14 sono state sospese, la 19 non è stata attiva tra piazza Galeno e Centocelle. La Ferrovia Termini-Giardinetti è stata off limits tra Centocelle e Termini.