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«Io ambulante bistrattata. Ho ricevuto una lettera di scuse da Giuliani»

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Mauna lettera di scuse del comandante del Corpo della Polizia locale di Roma Capitale, Angelo Giuliani, attesta un comportamento "sopra le righe" di alcuni agenti nei confronti di una commerciante ambulante di piazza Navona. E lei quella lettera la porta sempre con sé. Insieme all'ordinanza del Consiglio di Stato che l'abilita ad occupare un metro e mezzo di suolo pubblico a Piazza Navona dove abitualmente vende monili e fermacapelli artigianali. Eppure quei documenti sembrano valere meno di carta straccia. Lei sostiene che i vigili urbani «l'assediano» in continuazione. «Ormai non dormo più, sono sempre qui da me - dice Adriana Tabussi, 41 anni, madre di una bimba di 8 anni che mantiene col suo lavoro di ambulante a piazza Navona - mi dicono che devo andar via». E allora lei tira fuori i suoi assi, i documenti. «A furia di mostrare ai vigili urbani le carte che mi autorizzano a vendere qui do ve sono, le ho consumate». Ecco cosa succede. «Quando gli mostro l'ordinanza del Consiglio di Stato per il commercio di lavori di pittura e dell'ingegno sa cosa mi rispondono? "Lei è furba", "penalizza gli altri"». Il 24 settembre scorso sono volate anche parole grosse. «Dopo aver mostrato l'ordinanza mi sono sentita dire: "Questo foglio non vale niente.. ma guarda chi ti ha difeso ... quel mafioso dell'avvocato Di Meglio». L'avvocato era al telefono con la signora e ha sentito tutto. E quattro giorni dopo, il 28 settembre, ha scritto al comandante Giuliani un «atto di significazione in autotutela e formale invito». Ne è seguita un'indagine tra il personale. E la lettera del 25 novembre 2011 in cui Giuliani esprime «rammarico per l'impressione negativa suscitata dagli episodi in questione». «Pur sensibilizzando il personale a far proprio il concetto che l'operato del Corpo di Polizia locale deve essere improntato a un rapporto di fiducia e collaborazione con la cittadinanza - scrive anche il comandante - non va dimenticato come tale rapporto non debba mai essere disgiunto dal rispetto e dall'osservanza delle norme vigenti». Adriana tira le somme. «Io sono in regola - dice -. E il comandante infatti scrive che "al momento dell'esibizione dell'ordinanza del Consiglio di Stato non è stata elevata alcuna contravvenzione". Ma allora perché - conclude l'ambulante - le pressioni nei miei confronti non cessano?». Grazia Maria Coletti

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