«Corsetti colpevole di omertà. Ora si deve dimettere»
UgoCassone, presidente della commissione Commercio di Roma Capitale, Federico Mollicone, che presiede la commissione Cultura, Stefano Tozzi e Augusto Caratelli, consiglieri Pdl del I Municipio, hanno spostato i riflettori sull'Esquilino: «Chiediamo che la Procura acquisisca gli atti amministrativi negli archivi del I Municipio – ha incalzato Mollicone - per capire come esercizi di artigianato, vedi tintorie e panetterie, riuscissero e riescano misteriosamente ad ottenere, prima sotto la presidenza Lobefaro, poi con Corsetti, il cambio di destinazione d'uso nonostante i divieti». Concessione delle licenze e cambiamenti delle destinazioni d'uso: i consiglieri hanno denunciato almeno 600 casi «anomali», attività abusive che, specie dopo l'introduzione della delibera comunale 10 del 2009, non potrebbero esercitare. Il documento vieta infatti, in alcune parti del rione, l'apertura di nuovi negozi nei settori abbigliamento, accessori, calzature e pelletteria, bigiotteria e souvenir. Stesso discorso per l'attività all'ingrosso e di showroom. «Purtroppo però – allarga le braccia il portavoce dell'associazione Esquilino, Nicola Tripodi – dopo la firma della delibera non solo non sono stati presi provvedimenti nei riguardi delle centinaia di destinazioni sospette, tutte segnalate di persona a Corsetti, ma abbiamo assistito all'apertura di 60 nuove attività che vendono proprio ciò che è vietato». Un problema non solo di categoria merceologica, ma di destinazione d'uso: «Tante aree accatastate come C2, da adibire quindi a magazzino, ospitano in realtà negozi – continua Tripodi esibendo visure e planimetrie – mentre alberghi e bed&breakfast stanno proliferando nelle palazzine: possibile che nessuno si sia accorto di nulla?». La risposta è no: i consiglieri del I Municipio sono in possesso di decine di verbali, stilati dai vigili che hanno effettuato i sopralluoghi in tempi non sospetti, che certificano gli abusi. La conclusione del Pdl è politica: «Corsetti si è rivolto alla Finanza troppo tardi, si deve dimettere immediatamente».