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Alemanno chiede l'intervento del prefetto «Serve un vertice con i commercianti»

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La titolare del «Lettere Caffè»: perseguitata dai vigili, ho scritto al sindaco

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Èl'appello lanciato dal sindaco per arginare e risolvere lo scandalo che ha investito il Corpo dei vigili urbani con cinque agenti indagati. Alemanno ha chiesto a Pecoraro di «convocare una riunione con le associazioni dei commercianti per verificare lo stato effettivo della situazione e indicare le azioni da intraprendere per contrastare qualsiasi fenomeno di questo tipo». Il sindaco ha motivato questa richiesta a fronte delle «ripetute denunce giornalistiche sull'esistenza di diverse forme di racket relative alla concessione delle licenze, al comportamento di pubblici ufficiali e ad altro genere di estorsione. Bisogna essere vicini ai commercianti». Il riferimento è all'inchiesta dei vigili che avrebbero taglieggiato commercianti e professionisti a Trastavere, ma anche al fione delle licenze su cui sta indagando la Guardia di finanza. Quest'ultima indagine è partita dalla denuncia del presidente del I Municipio, Orlando Corsetti, che si è mosso a seguito del racconto che gli ha fatto Vincenzo Conticello, titolare dell'Antica Focacceria in piazza della Torretta. È di ieri, invece, la denuncia di un altro commerciante di Trastevere che, intervistato dal Tg Lazio, ha raccontato di presunte mazzette richieste dai vigili urbani: «Fino a qualche tempo fa al vigile si faceva un cesto di Natale, una bottiglia di vino buono. In questi ultimi due-tre anni però siamo arrivati a livelli esponenziali: ci sono stati casi di alcuni miei amici, gestori di locali, che sono stati vessati e danneggiati in maniera pesante. Ad alcuni hanno chiesto cifre impossibili». Il commerciante poi è sceso nel dettaglio: «Spesso capita che mentre stai lavorando vengono dei vigili dicendo che ci sono dei problemi con le autorizzazioni, che sono obbligati a far chiudere il tuo locale. Dopo un po' arriva la "figura professionale" e ti dice: se mi dai 3.000-4.000 euro (ma a volte anche di più) non succede niente». E sui motivi per cui lui non abbia mai denunciato, ha risposto: «Se sei un commerciante piccolo e parli, dal giorno dopo ti schiacciano e sei costretto a cambiare mestiere». Il centro della bufera resta sempre Trastevere. Ieri si è sfogata anche Enza Li Gioi, scrittrice e titolare del «Lettere Caffè», locale che la scorsa estaste aveva in gestione piazza Mastai durante la Festa de' Noantri (uno spazio a pagamento da 20mila euro): «Ad agosto ho scritto al sindaco Alemanno per denunciare l'accanimento dei vigili che ci venivano in continuazione a multare. Un accanimento che secondo me celava un secondo fine. Ci hanno fatto 25mila euro di contravvenzioni, per motivi assurdi. Siamo stati multati per l'allaccio dell'acqua richiesto regolarmente ad Acea. Ci hannno multato perché avevamo messo un bagno chimico e anche in quel caso avevo chiesto il parere di un funzionario del Municipio. Io ho aperto il Lettere Caffè tredici anni fa e mi sono sempre sentita perseguitata». Il problema più serio restano comunque le mancate denunce. Sos Imprese l'altro giorno ha ricordato la piaga dell'omertà. Anche se la stessa associazione stima in cinquemila i negozianti taglieggiati. Il presidente di Confesercenti Roma, Valter Giammaria, accetta volentieri l'idea di partecipare a un tavolo con il prefetto, ma allo stesso tempo allarga le braccia: «Sono molto pochi coloro che denunciano, le voci girano, ma poi restano solo voci. Alla nostra associazione non sono state presentate denunce. Questi fatti sono molto gravi, noi siamo pronti a fornire una collaborazione assidua al prefetto, alle forze dell'ordine e agli stessi vigili che devono partecipare al tavolo». Anche il presidente di Confcommercio Roma, Giuseppe Roscioli, è sulla stessa lunghezza d'onda: «A noi non sono arrivate denunce, anche perché se avvengono richieste di mazzette è il privato che deve rivolgersi alla magistratura. Se il prefetto ci convocherà garantiremo tutto il nostro sostegno».

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