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Si costituisce il padre del bimbo conteso

Omicidio in via Via Montpellier (Foto Gmt)

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Si stringe il cerchio attorno all'omicidio di Marco Zioni, 37 anni, avvenuto a Montespaccato il 21 febbraio scorso. L'altra mattina in procura si sono costituiti il papà del bimbo conteso di 10 mesi e il nonno. Il primo - Marco Lo Pinto, 19 anni - è stato arrestato con l'accusa di concorso in omicidio premeditato. Il genitore di quest'ultimo è stato indagato per rissa. I due si sono presentati al Palazzo di Giustizia accompagnati dall'avvocato. Poi sono stati condotti nella caserma dei carabinieri della Compagnia di Trastevere. E successivamente al carcere di Regina Coeli. Il ragazzo sembrava provato: dispiaciuto non solo per i fatti di sangue ma anche per i guai giudiziari che ora essi comportano. Lui è una giovane promessa del calcio minore romano, ama il pallone e teme che la bufera giudiziaria stravolga la sua carriera calcistica e la sua vita.   Dal punto di vista investigativo, con i due Lo Pinto, i militari del colonnello Giuseppe La Gala, comandante del Gruppo di Roma, hanno a disposizione le persone che il giorno della tragedia erano presenti in via Montpellier. C'è pure un terzo indagato: è il minore prima arrestato dai militari poi rilasciato dal pm Elisabetta Cennicola che ha evitato di chiedere al giudice la convalida del fermo ma mantenendo le accuse contro il ragazzo. Manca l'assassino (o gli assassini). Che cosa è accaduto il giorno dell'omicidio? In casa della mamma del bimbo, Gioia Zioni, 19 anni, arriva la lettera dell'avvocato di Marco Lo Pinto. C'è scritto che la ragazza non deve opporsi alle visite del papà del piccolo e deve permettere gli incontri. Lei reagisce. Prende il telefono e chiama l'ex compagno dicendogli che non deve osare azioni del genere e non deve farsi più sentire. Interviene anche il papà della ragazza, Aldo. Marco Lo Pinto non accetta ramanzine. I due decidono di vedersi in via Montpellier, dopo un'ora. Quando attacca, però, Aldo Zioni chiama il padre del ragazzo. Insieme stabiliscono di incontrarsi per sbrigare la cosa tra adulti. Da Primavalle partono Aldo Zioni, il fratello Bruno e il cugino della ragazza, la vittima Marco. I Lo Pinto sono l'anziano padre, il minore poi fermato e indagato, due zie e un amico. Mentre il gruppo sta discutendo, arriva Marco Lo Pinto con un altro: non gradisce che loro trattino per lui. Si arrabbia, e forse, per evitare possibili prepotenze degli Zioni, specialmente di Bruno (con precedenti importanti) prima di piombare con la sua Smart grigia chiede aiuto a un boss della zona dalla caratura criminale maggiore. Che succede dopo? La discussione degenera. L'assassino avrebbe cercato di caricare la pistola per sparare a uno degli Zioni. La prima volta l'arma si sarebbe inceppata facendo cadere a terra due pallottole. Marco si mette dietro la Smart, al lato passeggero. Al secondo tentativo l'omicida riesce a caricare la semiautomatica e parte il colpo: attraversa l'abitacolo della piccola auto, infrange il vetro accanto al guidatore e si conficca nel petto di Marco Zioni.

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