Contratti al S.Camillo nel mirino dei Nas
Gliinquirenti che indagano sui disservizi nei pronto soccorso della Capitale stanno dunque allargando l'inchiesta a macchia d'olio per capire quali siano stati i veri motivi che hanno portato la sanità romana ad arrivare a una situazione di grave criticità. Dove i malati in alcuni casi vengono addirittura curati sui materassi che si trovano in terra. E per verificare di chi è la responsabilità, i pm Rosaria Affinito e Elisabetta Ceniccola hanno chiesto ai carabinieri del Nas di acquisire anche i contratti applicati al personale, per ora, dell'ospedale San Camillo. Il motivo? La magistratura deve capire come sono state usate negli ultimi anni anche le risorse economiche e se quindi esistono o meno altri sprechi nella gestione della sanità romana. Proprio sul nosocomio di via Gianicolense si stanno concentrando le indagini, dove le scorse settimane sono state documentate le gravi situazioni in cui venivano curati i pazienti: non solo in terra, ma anche su barelle lasciate per giorni nei corridoi. Gli accertamenti sull'organizzazione complessiva dell'ospedale affidati ai carabinieri, che stanno continuando a raccogliere altra documentazione, puntano a capire se e come questa abbia influito sul sovraffollamento del pronto soccorso. Oggi i militari del Nas potrebbero invece tornare al Policlinico Umberto I, il più grande ospedale d'Europa, al centro dell'altro caso choc, quello della malata di Alzheimer tenuta quattro giorni legata a una barella nel pronto soccorso. I due dirigenti del Dipartimento emergenza e accettazione sono stati sospesi per tre mesi. E su questa decisione venerdì scenderà in piazza il Coordinamento intersindacale della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, professionale, tecnica e amministrativa (Stpa) del Lazio, che da anni denuncia «il progressivo smantellamento del servizio sanitario pubblico e, in particolare, di quello ospedaliero e «di tutti i servizi costituenti la rete». I sindacati chiedono al direttore generale del Policlinico Umberto I e al presidente della Regione Renata Polverini la «revoca immediata della sospensione dei due dirigenti del Dea del policlinico Modini e Bertazzoni e l'accertamento delle reali responsabilità manageriali, a tutti i livelli, che hanno consentito il perpetuarsi da anni delle attuali condizioni assistenziali nei pronto soccorso e Dea» della regione. Sul tema della situazione dei pronto soccorso è intervenuto ieri anche il ministro della Salute Renato Balduzzi. «Non c'è una situazione emergenziale, ma siamo in un sistema che ha larghissimi spazi di miglioramento». Riferendosi quindi alla situazione di sovraffollamento dei presidi di emergenza, il capo del dicastero, ha indicato come possibile via da seguire quella della medicina attiva h24, ovvero con studi medici aperti sette giorni su sette e medici che lavorano in rete: «Su questo punto - ha affermato il Ministro - ho avuto una buona risposta dai medici di medicina generale».