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Centro chiuso h24. Corsetti contro tutti

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Veduta dall'alto della capitale

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Un passo avanti e subito un passo indietro perché l'ordinanza del presidente del I Municipio Orlando Corsetti, che chiude 24 ore su 24 la zona del cosiddetto Tridentino, non è applicabile. Non è durata neanche 24 ore la decisione del minisindaco di chiudere al traffico anche dei motorini e delle microcar sette giorni su sette, giorno e notte, la zona tra piazza del Popolo e piazza di Spagna. «Non è possibile sostituire la segnaletica stradale in così poco tempo e rivoluzionare la turnazione dei vigili urbani», la pronta risposta dell'assessore capitolino alla mobilità Antonello Aurigemma, che probabilmente deve aver sgranato gli occhi quando è venuto a conoscenza della decisione del presidente del I Municipio presa dalla sera alla mattina. Così, di fronte all'evidenza, il passo indietro. «Ascoltate le dichiarazioni di Aurigemma non posso che bloccare momentaneamente l'ordinanza in attesa di incontrare l'assessore e di trovare un accordo». Viene da chiedersi perché questa decisione non sia stata presa prima, visto che le conseguenze potevano essere facilmente prevedibili. Anche perché, e Aurigemma lo fa notare, c'è già una delibera del 2003 che prevede l'attivazione della Zona A1 a traffico limitato (quella che Corsetti avrebbe voluto chiudere 24 ore su 24) dalle ore 10 alle 20. Quindi un accordo sugli orari si sarebbe potuto trovare. Ma il minisindaco ha voluto chiarire meglio la sua posizione, attraverso una nota ufficiale. «La mia ordinanza è legittima, ma inapplicabile per problemi contingenti legati all'impossibilità del Comando della polizia di Roma Capitale di sostituire e adeguare la segnaletica stradale e rivoluzionare la turnazione degli uomini». Dunque la precisazione. «Non ritiro questa ordinanza ma la blocco momentaneamente a meno che lunedì (giorno dell'incontro con Aurigemma, n.d.r.) non emergeranno posizioni chiare riguardo la volontà dell'Amministrazione di rispondere ai problemi che con l'ordinanza ho sollevato». Ma i problemi, piuttosto, almeno per le associazioni di categoria che tutelano esercizi pubblici e commercianti, sembrano nascere proprio dalle decisioni di Corsetti. Il presidente della Fipe-Confcommercio Nazzareno Sacchi non ci va leggero: «L'ennesima provocazione di Corsetti ci lascia senza parole. Non si rende conto che una simile decisione rischia di affossare definitivamente il settore. Basti pensare al problema di rifornimento dei pubblici esercizi che con un orario così stabilito è praticamente impossibile». Incalza Roberto Polidori, presidente della Federabbigliamento-Confcommercio: «Impedire l'accesso alle auto e quindi ai clienti significa di fatto bloccare le attività commerciali. Corsetti deve capire che una decisione di tale portata, presa in questo momento storico, rischia di accelerare la crisi e quindi la scomparsa di molti negozi». «La chiusura del centro provocherà una limitazione di accesso da parte dei potenziali clienti penalizzando gli operatori commerciali», ha detto Stefano Pizzolato, presidente dell'Associazione negozi storici di eccellenza.

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