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Quoziente familiare anche nel Lazio

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AssessoreForte, cosa prevede la nuova legge? «Al centro c'è la famiglia, con il Quoziente Lazio e una rete di servizi costruita intorno alla persona. Per lunghi anni le famiglie sono state l'ammortizzatore sociale che ha tenuto in piedi il paese. Oggi sono più esposte alla crisi. Con il Quoziente sosteniamo quelle che hanno più figli, o che assistono a casa un disabile o un anziano. Altro punto chiave della riforma è la razionalizzazione del sistema. Tagliamo la burocrazia del sociale che assorbe oltre 4 milioni di euro e garantiamo che in ciascun ambito territoriale ci sia il livello minimo di strutture e servizi per anziani, minori, disabili». Come incideranno i provvedimenti sulla vita delle persone? «Il tema oggi non è potenziare i servizi, ma garantirli. Con l'azzeramento dei trasferimenti statali sul sociale ci troviamo dinanzi a un bivio: lasciare tutto così com'è o riformare il sistema. Noi abbiamo optato per la seconda, pur consapevoli di quanto sia difficile innovare in un periodo di crisi. Con la riforma creiamo una rete diffusa di risposte sul territorio. Cosa che oggi non esiste a causa di una distribuzione a macchia di leopardo, frutto di assenza di programmazione negli anni». Il Consiglio ha dimostrato ultimamente di essere una polveriera. Pensa che sulla legge tutto filerà liscio? «Nei momenti importanti la maggioranza si è dimostrata compatta. I servizi sociali sono una materia fin troppo delicata per trasformare l'aula in un'arena e la discussione in uno scontro». Dan. Dim.

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