Gli appalti dell'Umberto I nel mirino dei magistrati
Nelmirino degli inquirenti che indagano sulle disfunzioni nei Pronto soccorso della Capitale finiscono infatti anche gli appalti. I titolari dell'inchiesta, secondo quanto si è appreso, vogliono accertare se i disservizi possano essere in un qualche modo legati anche a una cattiva gestione delle risorse finanziarie. Ieri in una riunione con il procuratore aggiunto Leonardo Frisani, i pm Elisabetta Ceniccola e Rosalia Affinito, ai quali è affidato il fascicolo processuale aperto dopo la pubblicazione di foto in cui si vedono malati curati su materassi adagiati in terra al San Camillo, hanno fatto il punto della situazione. Nei prossimi giorni saranno sentiti come testimoni altri manager di ospedali, dopo le audizioni del dirigente regionale Ferdinando Romano e del direttore generale del San Camillo Aldo Morrone, e, molto probabilmente, anche i subcommissari alla sanità Gianni Giorgi e Giuseppe Spada.Intanto oggi la governatrice Polverini incontrerà il presidente del Consiglio Monti. Nella riunione si potrebbe parlare anche della sanità e delle criticità dei Pronto soccorso, una questione del resto seguita molto attentamente dal ministro alla Salute Balduzzi e dal presidente del Senato Schifani. La Polverini - che nei giorni scorsi aveva sottolineato come il piano di rientro «troppo rigido» avesse creato problemi nella gestione dei Dea - ha discussio ieri in Conferenza delle Regioni sul nuovo Patto per la Salute.Intanto prosegue la polemica all'interno del Policlinico dopo la sospensione per 90 giorni disposta dal dg Capparelli nei confronti del direttore del Dea Modini e del coordinatore dell'area medica Bertazzoni. In una relazione datata 21 ottobre 2011 inviata al direttore sanitario del Policlinico Renzini e al direttore sanitario di presidio Vaia, proprio Modini denunciava alla direzione sanitaria la situazione di «sovraffollamento» in cui versava il Pronto soccorso del Policlinico e la carenza di posti letto, avanzando alcune proposte per migliorare la situazione nel presidio romano. «È ingiustificabile - scriveva - che ogni giorno decine di pazienti debbano attendere anche una settimana su di una barella prima di trovare un posto letto disponibile. La loro dignità viene costantemente violata». I lavoratori del Dea si schierano con Modini: «La situazione era stranota, non siamo né eroi né aguzzini». Modini dal canto suo giudica la nomina di Pugliese a commissario del Dea «uno schiaffo in faccia forte. Pochi mesi fa ho avuto l'onore di essere commissario giudicante nella commissione che lo ha confermato in ruolo. Ho valutato il suo lavoro ottimo ma è più facile giustificare che Pugliese viene sostituito da Modini che ha 10 anni e qualche titolo in più che il contrario. Mi pare un'umiliazione. I miei avvocati stanno quantizzando la questione. Sono stato su tg e giornali, chi ha visto e letto ha correlato la mia responsabilità a chi lega malati alle barelle e li affama. Non posso essere io il bersaglio. Sto in mezzo a qualcosa di molto grande e importante: la revisione dell'assetto di gestione e controllo degli ospedali».