Anche la camorra faceva polizze vita Confiscati 25 milioni
Bosse prestanome si comportavano come il normale risparmiatore. Lo hanno scoperto i finanzieri del Nucleodi polizia tributaria. Ieri hanno eseguita una confisca di 25 milioni di beni su ordine della Direzione distrettuale di Napoli. Si tratta di beni e di rapporti finanziari che facevano capo ai fratelli Giuliano, Michele e Luigi Ascione, imprenditori di Formia (Latina) contigui al clan camorristico Mallardo, egemone nell'area di Giugliano in Campania (Napoli) e con importanti propaggini nel basso Lazio. I fratelli Ascione erano già stati destinatari, lo scorso 15 dicembre, di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e di ingenti sequestri disposti dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta di questa Direzione distrettuale antimafia, per i reati di associazione a delinquere di stampo camorristico e di intestazione fittizia di beni aggravata dalle modalità mafiose. Le indagini, svolte dal Gico del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Roma, erano partite dalla famiglia Dell'Aquila, «potentissimo braccio criminale ed economico del clan Mallardo», capeggiata da Giuseppe Dell'Aquila, detto «Peppe 'o Ciuccio», arrestato lo scorso anno dopo un lungo periodo di latitanza. Proprio seguendo gli investimenti illeciti realizzati dai Dell'Aquila nel basso Lazio, le Fiamme gialle sono giunte a individuare i fratelli Ascione, originari di Giugliano in Campania e da tempo stabilitisi a Formia (Lt), i quali, attraverso fiorenti imprese operanti nel campo edilizio-immobiliare e nel settore del commercio di autoveicoli, hanno consentito al clan giuglianese il reinvestimento nell'economia del sud-pontino di ingenti capitali frutto di attività illecite. Di qui l'arresto degli Ascione e il sequestro del loro notevole patrimonio, eseguito lo scorso dicembre nel corso dell'operazione denominata dagli investigatori «Tahiti», dal nome dello stabilimento balneare di Fondi (Lt) dove si incontravano alcuni sodali del clan. L'ordinanza è stata confermata dal Tribunale del Riesame di Napoli. Proprio nel corso di questa operazione, la Guardia di finanza ha individuato ulteriori beni e rapporti bancari riconducibili agli indagati: un'imbarcazione da diporto e altri 41 immobili di pregio (6 terreni e 35 fabbricati) in provincia di Latina e di Napoli, sono stati trovati in diversi istituti di credito molti conti bancari, sui quali erano depositati circa 6 milioni di euro. Nel corso dell'ultimo anno e mezzo, attraverso quattro diverse operazioni è «stata fatta luce sulla complessa gestione degli affari illeciti dei Mallardo, nei cui confronti sono stati nel tempo sequestrati beni per un valore complessivo di circa 1 miliardo e 400 milioni di euro». In meno di quattro mesi - da ottobre scorso a gennaio - i beni sequestrati alle mafie nel Lazio sono aumentati dell'11 per cento. Solo da inizio anno ne sono stati tolti alla criminalità organizzata ben 574, il 53 per cento nel comune di Roma. I dati dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione dei beni confiscati (Anbsc) sono stati presentati ed analizzati dal sindacato italiano lavoratori polizia (Silp) Cgil Roma e Lazio. F.D.C.