Ucciso sulla Smart Quattro ricercati e un giovane fermato
Èun ragazzo di 24 anni che avrebbe fatto parte del gruppo di 7 persone, parenti del padre diciottenne del piccolo, Marco Lo Pinto, che martedì grasso dovevano incontrarsi in un campo "neutro" con i familiari dalla mamma del piccolo, la ventenne Gioia Zioni, cugina della vittima, per porre fine alle liti dopo che i giovani genitori del bimbo si erano lasciati. Ma la spedizione di pace, forse a casa di persone senza vincoli di parentela, è invece finita nel sangue. Marco Zioni, il cugino di 37 anni di Gioia, è stato ammazzato in strada come un cane con un colpo di pistola al ventre mentre era a bordo di una Smart Grigia. Inutili i soccorsi del meccanico davanti alla cui officina si è consumato il delitto. Ed è giusto dire - a onore di un uomo che lascia una vedova e due figli orfani - che all'appuntamento i familiari della vittima si sono presentati senza armi. I carabinieri del colonnello Giuseppe La Gala, comandante del Gruppo Roma, hanno lavorato tutta l'altra notte. E ieri pomeriggio hanno fermato il ventiquattrenne, anche lui parente, forse un cugino di Marco Lo Pinto, il ragazzo-padre che non riusciva più a vedere il figlio da quando si era lasciato col suo giovane amore. Il fermato abita a Tor Bella Monaca, dall'altra parte della città rispetto a Montespaccato. Ed è stato trovato dai carabinieri a casa della fidanzata. Ma non vi avrebbe trascorso la notte. Non sarebbe stato lui a sparare. Ma il giovane non avrebbe raccontato nulla. Si rifiuta di parlare. I carabieri stanno ancora cercando il nonno paterno del bimbo conteso, Giuseppe Lo Pinto, e il figlio, Marco, padre del bimbo e almeno altre quattro persone, oltre a esterni alla famiglia. Martedì pomeriggio entrambi sono arrivati a via Montpellier a bordo di una Mercedes nera, la stessa con cui poi sono fuggiti dopo il delitto, dove sedevano anche due donne, anche loro parenti della famiglia Lo Pinto. Queste due donne sono già state rintracciate e ascoltate. A bordo c'era anche una quinta persona. Nella 500 rossa, anche essa dileguatasi dopo l'omicidio, erano a bordo altri due uomini, amici dei Lo Pinto: in tutto 7 persone. In rappresentanza degli Zioni, la famiglia di Gioia, invece, a via Montpellier, martedì pomeriggio erano arrivati quattro persone su due auto: il cugino di Gioia, Marco Zioni, l'ucciso, era a bordo della Smart grigia insieme con il fratello della giovane mamma, che si chiama Giordano; in un'altra macchina c'erano il nonno materno, Aldo Zioni, padre di Gioia e Giordano, e lo zio dei ragazzi, Bruno. In tutto ben 11 persone che a bordo di quattro auto sono arrrivate a via Montpellier. Dirette dove? A casa di chi? Di certo tanta gente non deve essersi data appuntamento proprio a via Montpellier, una via stretta, solo per parlarsi in strada. La meta, a quanto si è sentito dire, pare invece fosse un palazzo verde accanto al meccanico, dove - si dice - qualcuno avrebbe visto arrivare i carabinieri alle 9 della stessa sera della mattanza. Ma non c'era già più nessuno. Pare che lì abiti la famiglia di un boss del sud. (E pare che ce ne sia anche un'altra). Qualcuno ha indicato il boss come parente della famiglia della ragazza. O comunque vicino alla famiglia di lei. Era questa casa il terreno neutro di incontro? Un solo mazzo di fiori con la «scritta Ciao Marco» e tensione alle stelle davanti alle serranda abbassata del negozio di alimenti per culturisti che Marco Zioni aveva aperto in via Pasquale II, davanti al mercato di Primavalle. Sopra un cartello: «chiuso per lutto». I parenti di Marco ieri pomeriggio erano lì, a difendere il il ricordo del loro congiunto. «L'hanno ammazzato e hanno scritto cose ingiuste» ha detto ieri un giovane uomo.