«Da 4 anni denunciamo l'emergenza»
Hodenunciato le criticità agli ultimi tre direttori generali del Policlinico: Cosi, Montaguti e Capparelli. Non si è fatto nulla, a parte piccoli interventi». Il professor Claudio Modini, direttore del Dea sospeso da Capparelli per 90 giorni insieme al coordinatore dell'area medica Giuliano Bertazzoni dopo il caso della donna lasciata 4 giorni legata in barella in attesa in «piazzetta» di un posto letto, non ci sta a passare per capro espiatorio. «A parte che la similitudine ovina non mi piace, spero di non dover espiare proprio niente. Non appena leggerò le motivazioni della sospensione, agirò in tutte le sedi competenti per difendermi», spiega. Modini ancora non ha capito il perché del provvedimento: «Capparelli non mi ha risposto, il rettore de La Sapienza Frati non ne sapeva nulla. Al momento la sospensione non è stata motivata. Io ho agito secondo protocollo. Ho acquisito documentazione e cartelle cliniche della donna e ho parlato col primario. Non era in coma ed è stata assistita in maniera appropriata. Certo condivido i rilievi degli ispettori del ministero sul Pronto soccorso. Sono carenze e criticità che denuncio da anni. Ma io cosa posso farci? Non ho alcun potere, la carenza di posti letto c'è e non spetta a noi medici provvedere. Non è giusto, ma purtroppo è così. Non posso trovare posti letto che non ci sono». Modini risponde anche alla Polverini, che ha accusato i medici del Pronto soccorso di non aver accettato i «rinforzi» inviati dalla Regione. «Non capisco perché la governatrice abbia questa idea. Ci ha mandato giovani medici. Io gli ho dato il badge e le password, li abbiamo accettati, li abbiamo fatti inserire e messi nelle condizioni di lavorare. Li abbiamo coccolati. Sono figure professionali utili per i piccoli casi. Ma quando ci sono urgenze abbiamo bisogno di medici formati e di posti letto». Il direttore del Dea replica alla governatrice anche sulla disorganizzazione dovuta al picco influenzale: «Ma cosa c'entra l'influenza? Quanto vuole che incida? Il Dea è in difficoltà tutto l'anno. Non ho nulla da rimproverarmi. Noi medici operiamo ogni giorno senza mezzi né risorse. Nonostante questo tutto il personale fa quanto di meglio può fare: salvare vite e garantire un'assistenza adeguata nonostante tutto». Della stessa opinione Bertazzoni, che contesta anche alcuni passaggi della relazione degli ispettori del ministero: «Sono rimasto amareggiato. Mi sento ingiustamente colpito. Non siamo stati sospesi dalla responsabilità della struttura, ma dalla funzione di coordinamento di direzione che svolgiamo da anni gratis. Noi siamo sempre i primari. Evidentemente c'era qualcuno che doveva pagare». Intanto il dg Capparelli tira dritto per la propria strada e parla della sospensione dei due primari come di «una sorta di commissariamento per tre mesi del Pronto Soccorso, che ha bisogno di essere riorganizzato al meglio. Il provvedimento è un fatto organizzativo interno al Dea. Non è legato alla vicenda della donna legata in barella, per quel caso i medici hanno fatto tutto quello che doveva essere fatto. I due responsabili del Dea non sono sospesi dall'attività assistenziale. Era semplicemente necessario che facessimo qualcosa per una nuova organizzazione al Dea». Il «commissario» cui è stato affidato il Dea è Franco Pugliese, fino a ieri responsabile del Pertini. Intanto prosegue l'inchiesta della Procura sulle disfunzioni dei Pronto soccorso. I pm Elisabetta Ceniccola e Rosalia Affinito hanno ascoltato Aldo Morrone, il direttore generale del San Camillo, ospedale da cui è partita l'indagine in seguito alle foto dei pazienti curati in terra. Come avvenuto nell'audizione del dirigente regionale Ferdinando Romano, anche a Morrone è stata chiesta una panoramica sulla situazione della struttura di primo intervento. Nessuna dichiarazione del manager all'uscita da piazzale Clodio. Era stato lo stesso Morrone a chiedere nei giorni scorsi di essere ascoltato in Procura. Il testimone in un'intervista aveva detto che i problemi del San Camillo «nascono anche dalle lunghe liste di attesa, create talvolta in modo non appropriato». Anche ieri, nonostante il riserbo degli inquirenti, si è appreso che Morrone ha ribadito quanto già dichiarato per denunciare lo stato di precarietà. Per ora il fascicolo resta senza ipotesi di reato né indagati. I Nas dovrebbero compiere oggi o domani una nuova ispezione al pronto soccorso del San Camillo. I carabinieri svolgeranno una ricognizione sul numero di accessi al Dea e sui successivi ricoveri. In seguito, nei prossimi giorni, i Nas dovrebbero concentrarsi sul Policlinico. Sul caso Umberto I interviene il presidente del Senato Renato Schifani: «È necessario riorganizzare la struttura. Quanto accaduto è intollerabile e mortifica l'individuo». Schifani caldeggia un «doveroso approfondimento» dei fatti. La commissione Affari sociali della Camera ha convocato la Polverini. L'audizione dovrebbe tenersi la prossima settimana: tra i temi anche la sospensione dei responsabili del Dea dell'Umberto I disposta dal dg che è invece rimasto al proprio posto. Il ministro della Salute Balduzzi pone come obiettivo la riorganizzazione della rete territoriale col progetto «medicina 24 ore»: percorso ampliato per la medicina di base attiva 7 giorni su 7, con ambulatori e studi aperti dalle 8 alle 20. La Polverini lancia l'allarme sui nuovi tagli del governo alla sanità: «L'anno prossimo avremo 500 milioni in meno e per il successivo 300. Dal punto di vista economico è insostenibile. Il Patto per la salute era ambizioso, ma alcune Regioni sono rimaste indietro».