Aziende regionali affamate di poltrone
Natanel marzo 2003, ha pubblicato dal 2007 al febbraio 2011 soltanto otto bandi di importi inferiori a centomila euro. Ancora, sul sito dell'Agenzia la relazione sull'attività svolta merita un approfondimento. Ad esempio, rientra nelle competenze dell'Aremol il «centro rilevazioni reclami Sms». Servizio non più attivo dal 2008- Sull'Infomobilità i progetti (pochi) risalgono al 2007, così come il monitoraggio sul trasporto pubblico locale riporta i numeri al 31 dicembre 2007. Eppure, l'Agenzia per la Mobilità del Lazio conta un presidente, quattro consiglieri di amministrazione e un direttore generale. Rispettivamente percepiscono: il presidente 4.500 euro al mese (da commissario ne prendeva 3.800); 1.800 euro al mese per ciascuno dei quattro membri del Cda e 7.500 euro, al mese, per il direttore generale. Solo per essere più precisi i vertici dell'Aremol costano ai contribuenti laziali circa 19 mila euro al mese, 230 mila euro l'anno. E non finisce qui. Il presidente e il direttore generale hanno diritto all'auto blu e il primo a mille euro al mese di indennità di rappresentanza. Ma quanti dipendenti ha l'Aremol? Uno. Il direttore generale. I sette operatori che lavorano all'Agenzia sono infatti "distaccati" da Lazioservice. L'altro giorno poi, tanto per non farsi mancare nulla, sono stati nominati anche tre revisori dei conti più due supplenti. Un organigramma che però non è ritenuto sufficiente. Il presidente Rastelli infatti, il 15 febbraio ha inviato una lettera al direttore regionale del personale, Raffaele Marra. Oggetto: Risorse umane. Nella missiva si spiega: «per poter garantire una efficiente funzionalità del suddetto ente, vista la perdurante carenza di organico dello stesso, avremmo impellente necessità di poterci avvalere di 8 incarichi di collaborazione coordinata a progetto per lo svolgimento di specifiche funzioni.. Si chiede inoltre, al fine del contenimento dei costi di gestione di conoscere il trattamento economico del personale dirigente e delle singole qualifiche di funzionari e impiegati». Per finire, vale forse la pena ricordare il rapporto dell'Anci sulle municipalizzate del Lazio, proprio del 15 febbraio. Società e aziende comunali e regionali risultano le più indebitate d'Italia.