Cinquantamila in festa. È Carnevale
Comesempre gli eventi clow sono stati nella penultima domenica di febbraio a via Nazionale e in via Tiburtina cove il tradizionale «Gran Carnevale Romano... metropolitano & più» quest'anno ha raggiunto uno storico traguardo quello del decimo compleanno. Quest'ultima è fra le manifestazioni più partecipate di questo periodo di festeggiamenti carnevaleschi. Migliaia di turisti e cittadini romani, bambini ed adulti in maschera «armati» di coriandoli, hanno partecipato stamattina su via Nazionale alla sfilata dei carri allegorici de «I colori di Re Carnevale» e sono accorsi nel pomeriggio per la «Sfilata di Pony in Maschera» su via del Corso con i Gruppi storici di Leonessa, Sant'Oreste e Serramaggio.Un grande spettacolo equestre poi ha riuempito totalmente la piazza. Sulla Tiburtina il tema ricorrente sui grandi carri allestiti per la manifestazione, la crisi economica, le tasse opprimenti.La consolare romana si è riempita di gente nonostante la pioggia che, inizialmente, ha fatto slittare l'inizio della manifestazione. È stata una una grande sfilata lunga un chilometro e mezzo nel tratto compreso da via Cave di Pietralata a via di Casal Bruciato, con una quindicina di carri allegorici e una trentina di gruppi mascherati lungo un'isola pedonale di 30.000 metri quadri. Il tutto in diretta sull'emittente televisiva Roma Uno e inserito nel Carnevale Romano di Roma Capitale assessorato alle Politiche culturali, con il patrocinio della Provincia di Roma. Grande la partecipazione della gente che alla spicciolata, con le nubi che si andavano diradando, ha invaso lo spazio della sfilata arrivando a toccare quota 50.000 presenze. Anche quest'anno hanno partecipato sette carri allegorici della Parrocchia di Sant'Atanasio. Fra figuranti e compagnie teatrali, anche formazioni che sono arrivate da altri municipi e da altri comuni come Lanuvio, Genzano e Guidonia. A dirigere e ideare il tutto, sempre Rosangela Castelli questa volta nei panni della nobile veggente Cassandra e Toni Sarnataro nelle vesti del nobile Cassandrino. Fra le personalità invitate alla manifestazione, l'onorevole Massimo Caprari, presidente della commissione consiliare della Provincia per i Lavori pubblici e le Politiche del territorio. Il tutto è iniziato alle 7 del mattino di ieri con la realizzazione dell'isola pedonale e alle 10 il via delle prove. Alle 15,35 finalmente finita la pioggia e con un ritardo di soli trenta minuti rispetto al programma, ecco aperta la sfilata con la prima rappresentazione, quella della Corsa dei Barberi impersonata da ragazzi e bambini. Un richiamo al passato visto che l'antica Corsa, nata nel 1462, era una gara ippica fatta su una specifica razza equina, il berbero, lungo un tragitto che comprendeva la centrale via del Corso (ex via Lata) partendo da piazza del Popolo, evento che nel passato attirava da tutto il mondo conosciuto, nobili, appartenenti a famiglie reali, artisti e viaggiatori: con l'unità d'Italia, nel 1874 la Corsa dei Barberi fu abolita ma è simbolicamente rivissuta ieri sulla Tiburtina. La sfilata-spettacolo ha poi proseguito con il corteo storico e le tipiche maschere romane, da Tiburtello, personaggio unicamente nuovo nato nel 2006 proprio per caratterizzare la manifestazione della Tiburtina, alla Bella Romanina, Rugantino, Meo Patacca, il dottor Gambalunga, i pulcinella romani, Nina, le zingare, Gaetanaccio, don Pasquale, il generale Mannaggia La Rocca con un nuovo esercito impersonato dai bambini dell'Istituto comprensivo Palombini. Incastonati in questo corteo multicolore, i gruppi folcloristici di Genzano, il «Civita Folk» di Lanuvio, le compagnie teatrali «I Semiseri» che raggruppa elementi di tutta Roma e Guidonia dediti a rappresentazioni brillanti e «Briciole e Molliche», compagnia che fa capo all'oratorio della parrocchia di Santa Maria delle Grazie di via di Casal Boccone. Sui carri spiccava a grandi lettere e nei personaggi, il momento non felice dell'economia nazionale e la stretta che sta colpendo le tasche degli italiani. Sul secondo carro una riproduzione del cosiddetto «Colosseo quadrato» dell'Eur che su una delle facce invece delle tradizionali definizioni del popolo italiano, recitava che siamo un «Popolo di Mutuati, Tartassati e ciechi patentati».