I Nas negli ospedali L'indagine si allarga
Precarietà, pochi spazi e sovraffollamento Fascicolo in Procura ancora senza indagati
Adisporle è stata la Procura dopo l'apertura di un fascicolo per accertare carenze e disfunzioni nelle strutture di emergenza degli ospedali in seguito alla pubblicazione di fotografie che mostrano tra l'altro pazienti assistiti su materassi poggiati a terra al San Camillo. L'indagine è per ora senza indagati e ipotesi di reato. I blitz dei carabinieri del Nas sono cominciati partendo dal San Camillo e da Tor Vergata, ma presto interesseranno anche gli altri ospedali romani. I magistrati che indagano, i pubblici ministeri Rosalia Affinito ed Elisabetta Ceniccola, potrebbero convocare a piazzale Clodio nei prossimi giorni i responsabili di quelle strutture in cui saranno ravvisate criticità. I Nas, nel corso delle prime ispezioni, hanno riscontrato nei Pronto soccorso del San Camillo e del Policlinico Tor Vergata, una situazione di sovraffollamento a causa della mancanza di posti letto, come documentato dalle foto pubblicate in questi giorni. I Nas sono in attesa di ricevere dalla Procura la delega per nuove ispezioni e acquisizione di documenti negli altri dipartimenti d'emergenza degli ospedali romani. Le verifiche compiute nei giorni scorsi nelle due strutture sanitarie hanno evidenziato un quadro di precarietà, di eccessivo sovraffollamento, con pazienti sistemati alla meglio uno vicino all'altro per mancanza di spazio e di posti letto. Non sono stati riscontrati in questa fase reati penali né condizioni igieniche precarie, secondo quanto riferiscono fonti investigative: il servizio di pronto soccorso al San Camillo e al Policlinico Tor Vergata sarebbe insomma garantito, ma in uno contesto di forte disagio per i pazienti e gli operatori. Sul caso San Camillo interviene di nuovo il direttore generale Aldo Morrone: «Siamo in attesa dell'esito dell'Audit: un gruppo di ascolto, formato da membri esterni, per capire la fondatezza di eventuali accuse che, se fossero confermate, prevedrebbero sanzioni disciplinari per i responsabili». Morrone precisa che la donna ritratta nella foto in terra al Pronto soccorso «aveva avuto un arresto cardiocircolatorio poco prima di entrare al Dea. Si è trattato di un intervento di assoluta emergenza nei confronti della signora, che era stata accompagnata dai parenti». È arrivata in ospedale il 9 febbraio e «dopo il tempestivo e urgentissimo intervento è stata subito posta su una barella. Conta poco specificare se quando è arrivata la barella c'era o non c'era». Intanto diventa un caso anche quello del professor Donato Antonellis, primario di Chirurgia generale e d'urgenza del San Camillo che dal primo febbraio «non opera più». «Dall'1 febbraio è in congedo sindacale: non opera più ed è stato sostituito in tutte le sue funzioni», precisa Morrone. Lo scorso 2 febbraio in seguito ad alcune denunce per lesioni gravi e gravissime le forze dell'ordine hanno sequestrato su mandato della Procura di Roma le cartelle cliniche nel reparto diretto appunto da Antonellis. I guai per il reparto erano cominciati nel 2007, subito dopo la nomina dell'attuale primario, quando familiari e pazienti del reparto avevano denunciato frequenti complicanze. Nel 2008 l'ospedale effettuò una prima indagine interna, a cui partecipò lo stesso primario e da cui la situazione del reparto risultò in linea con le statistiche e la letteratura chirurgica mondiale. Nel 2011 Antonellis è stato riconfermato. A giugno un nuovo caso: a una donna fu lasciata una pinza chirurgica nell'addome. «Decideremo dopo le valutazioni della commissione - precisa Morrone - Siamo in attesa delle decisioni della commissione predisposta per la valutazione dell'attività del reparto con membri di alto profilo clinico-scientifico dei quali nessuno è membro interno dell'ospedale». I tempi della commissione non saranno brevi, perché «il materiale che deve esaminare è numeroso. Tecnicamente Antonelis è in congedo sindacale». «È un caso che si commenta da solo, mi pare», chiosa la Polverini.