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Mio padre 4 giorni in barella prima di essere ricoverato

San Camillo-Forlanini, un paziente soccorso su un materasso adagiato sul pavimento

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«Mio padre ha dovuto aspettare quattro giorni in barella per avere un posto letto. È stato parcheggiato in una stanza dove c'erano otto malati in attesa di ricovero. Medici e infermieri non riuscivano a passare tra le barelle. I malati erano in condizioni promiscue, senza alcuna tutela della dignità umana». A parlare è Emanuele A., 54 anni, che lunedì 6 febbraio ha accompagnato il padre, di 80 anni, al Pronto soccorso del San Camillo per un trauma domestico. «Io e mio fratello abbiamo seguito l'ambulanza. Il mio papà era caduto in casa, ma ha anche altre patologie in via di accertamento - racconta Emanuele - Solo alle 19 siamo riusciti a parlare con un medico, che ci ha detto che avrebbero trovato un letto nel giro di un'ora. Invece niente, così siamo tornati a casa». Emanuele è così tornato il giorno dopo al Pronto soccorso, sperando di avere buone notizie. Una giornata passata sperando in un posto letto. Ma anche stavolta niente. Così è tornato il giorno dopo. Poi il giorno successivo ancora. Infine, la sera del quarto giorno, suo padre ha avuto finalmente un posto letto nel reparto ed è stato disposto il ricovero. «I medici sono stati davvero tutti molto cortesi, si sono prodigati per noi - racconta Emanuele - Così anche gli infermieri. Mio padre ha avuto un posto letto dopo essere stato quattro giorni in barella in una stanza con altre sette persone senza privacy, con scarso rispetto della dignità umana e probabilmente, vista la vicinanza tra un paziente e un altro, anche correndo rischi di contagio. Ma ho visto altre stanze stracolme di malati in barella, tanto che i medici facevano fatica a passare tra un malato e un altro. Magari qualche altro paziente sarà stato anche meno fortunato di mio padre». Il Pronto soccorso del San Camillo è costantemente affollato anche per le ricadute del decreto 80 che riordina la rete ospedaliera. È infatti l'unico Dea di II livello della Macroarea 3, un punto di riferimento per oltre un milione e 300mila persone. La Macroarea 3 include anche le Asl RmH, RmD, Latina, lo Spallanzani e il San Raffaele Pisana. In Provincia di Latina sono stati chiusi gli ospedali di Gaeta, Sezze e Minturno, 200 posti letto in meno. Il Policlinico del Golfo è «scomparso» dai piani regionali assieme alla possibile realizzazione del Dea di II livello a Latina. A questo va aggiunta la chiusura del Pronto soccorso del Cto Garbatella e la ristrutturazione del Sant'Eugenio, il cui Pronto soccorso funziona a mezzo servizio.

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