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Anche Tor Vergata al collasso

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Nonsolo il San Camillo è in ginocchio, ma anche Tor Vergata e il Cto. «Mentre la Polverini da una parte afferma che al Pronto Soccorso del San Camillo "è stato inscenato qualcosa" salvo poi dire subito dopo che, grazie al massaggio cardiaco di un medico, una donna è stata salvata, abbiamo assistito a cose dell'altro mondo al Pronto Soccorso di Tor Vergata», tuona Montino. Il capogruppo del Pd alla Pisana si è recato alle 17 di ieri al Pronto soccorso di Tor Vergata trovando la seguente scena: «Lì, caso unico in Europa, alle 17.30 c'è l'ingresso per i parenti dei pazienti. C'era una folla di gente che aspettava di entrare per incontrare i malati. Il Pronto soccorso funziona come un reparto. Ho trovato circa 70 pazienti, anziani con tutte le patologie, bambini, gente intubata con l'ossigeno o costretti a fare i propri bisogni in corsia, nelle sacchette o nelle barelle. Ho contato dieci lettighe in corsia. Nelle stanze previste per 6 letti ce n'erano undici, quattro per parete, più tre in mezzo. Questo comporta che l'ossigeno per le terapie viene portato con macchinari mobili. Mi è stato spiegato che i pazienti sono ricoverati lì di media per 3 giorni, 8 ma anche 15 giorni. Ho parlato con la moglie di un uomo che era sulla lettiga e che, dopo tre giorni in sala rianimazione ne stava passando 5 in corridoio». «Un'altra signora - prosegue Montino - mi ha detto che il marito era lì da quattro giorni, intubato con l'ossigeno e fino a ieri il suo cuscino è stato il suo giaccone. Ieri mi ha detto di avergli portato un cuscino da casa. Il marito stesso le ha raccontato che si sta tenendo stretto un tavolino dove mangia perché glielo possono portar via. Un'altra donna mi ha detto che il marito, ricoverato al Pronto Soccorso, era già stato lì ad agosto ricoverato per 12 giorni: la beffa è stata che, quando si è liberato il letto in reparto, lo hanno dimesso» A Tor Vergata peraltro c'è un reparto vuoto che non funziona «perché manca il personale». Poi Montino rincara la dose: «La Polverini ha portato un attacco letale alle strutture d'eccellenza: Gemelli, Santa Lucia, San Giovanni, Pertini e Umberto I». E Giulia Rodano (Idv) solleva il caso Cto, dov'è la Asl Rmc ha «smantellato» il reparto di Cardiologia dopo la chiusura del Pronto Soccorso: «Il decreto 80 a più di un anno dalla sua emanazione, continua a segare i rami alla sanità del Lazio, rendendola più povera, più debole e meno efficiente». Dan. Dim.

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