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Niente patteggiamento per l'ex di Lande

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Ilgup Anna Maria Fattori, infatti, ha respinto la richiesta dei legali dei due imputati. Lo stesso giudice ha anche rigettato l'istanza di abbreviato condizionato presentata da Lande. Si tratta del secondo procedimento che vede il Madoff sul banco degli imputati e riguarda il crac da 225 milioni di euro della Egp francese per la quale Lande ha svolto il ruolo di presidente del Consiglio di amministrazione e che veicolava, secondo l'accusa, i risparmi di centinaia di clienti. L'udienza è stata quindi aggiornata al 14 marzo e si procederà con rito abbreviato per tutti i tre. Si sono intanto costituti parte civile Gianluca Brancadoro, commissario liquidatore dell'Egp Italia, e il Fondo di garanzia transalpino. Sarà giudicato con il rito ordinario, invece, il commercialista Franco Pedrotti, responsabile della succursale italiana della Egp: per lui il processo comincerà il 23 febbraio davanti ai giudici della IX sezione penale del tribunale, gli stessi che stanno già giudicando Lande per il reato di associazione per delinquere finalizzata all'esercizio abusivo dell'attività finanziaria. Secondo il pubblico ministero Luca Tescaroli, i quattro avrebbero determinato il dissesto della società allo scopo di «procurare a sè e ad altri un ingiusto profitto recando un danno ai creditori (clienti investitori)». Un dissesto che sarebbe stato raggiunto tenendo «i libri e le scritture contabili della Egp Italia in modo da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio societario e del movimento degli affari». L'altro giorno in udienza Raffaella Raspi, compagna per 14 anni, fino allo scorso agosto, ha dichiarato: «Mi sento responsabile per quanto accaduto alla mia famiglia e alla generalità dei clienti - ha spiegato Raspi - ho dato fiducia a questa realtà creata da Gianfranco Lande trasmettendola anche ai miei congiunti. Abbiamo perso 600 mila euro».

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