I mercati della vergogna
Nonsiamo in un cantiere edile ma nei mercati dell'orrore della Capitale. Quelli che da anni avrebbero bisogno di essere ristrutturati e sono invece lasciati abbandonati dall'amministrazione pubblica. Nello storico mercato di piazza San Giovanni di Dio agli operatori sono state fatte molte promesse. Ma passeggiando tra le cassette di frutta e verdura si capisce che in tanti anni sono arrivati solo annunci e nessun progetto concreto. I tetti sono pericolanti. La merce è accatastata nei retrobottega. I due viali interni sono una groviera, pieni di buche sull'asfalto, tanto che gli stessi fruttivendoli raccontano di come, spesso, le signore vengono portate via in ambulanza. E poi c'è il perimetro esterno, dove i fili dell'elettricità non sono messi in sicurezza e si appoggiano sul marciapiede dove transitano i pedoni. I 125 operatori del mercato sono esausti. «Questo posto - racconta Giulio Stazzi, che li rappresenta - non è stato mai migliorato dal 1962 e si può ben immaginare cosa è diventato. Da 19 anni sentiamo tante promesse e mai nulla di concreto. Abbiamo anche speso soldi per portare avanti dei progetti, ma niente. Qui dalle fogne attappate alla strada con le buche non funziona nulla. I parcheggi sono irrisori - lamenta Stazzi - e noi non sappiamo dove scaricare la merce, non c'è un posto per posizionare i compattatori e poi c'è la questione igiene: siamo costretti a pulirci il mercato da soi. Il sindaco era anche venuto a trovarci, ha fatto un cronoprogramma, ma poi? Tutto fermo. Il mercato deve essere uno spazio bello e curato per i cittadini, dobbiamo restituire decoro a queste realtà». Nella stessa situazione si trova il mercato di Colli Albani. Sembra di entrare in un suk arabo con un tendone che collega i due lati del marcato a formare una finta tettoia. «Noi operatori - racconta Antonio Pavone che li coordina - avevamo anche proposto al Comune di farci mettere una tettoia col fotovoltaico per risparmiare energia». Insomma, manca una vera copertura e le poche lamiere che ci sono, sono a rischio caduta. «Anche l'igiene così scarseggia, senza considerare - spiega Pavone - che molti banchi sono obsoleti e non hanno l'allaccio per l'acqua. Altri operatori, invece, sono costretti a stare in mezzo alla strada. Serve un progetto serio per riportare tutto alla decenza». Nel viaggio tra i mercati dell'orrore c'è, infine, piazza dei Tribuni. Qui molte saracinesche sono abbassate. La piazza è invivibile. Si va oltre le buche: ci sono zone recintate da mesi perché pericolose. E i pochi banchi aperti sono in condizioni igieniche, probabilmente, fuori norma. Vedere frutta e verdura a terra, dicono da queste parti, è ormai prassi.