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Seicento quintali di mangime per gli allevatori di Subiaco

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Subiaco sotto la neve

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Nevica sull'innevato nella Valle dell'Aniene, presa da una nuova tormenta pomeridiana che ieri, dopo una tregua soleggiata mattutina, ha finito d'ispessire il manto bianco di un'altra quindicina di centimetri. Ormai sul Monte Livata la neve sfiora i due metri d'altezza: ieri è arrivato l'esercito per liberare le strade fino a Campo dell'Osso, poi è dovuto ridiscendere a Marano Equo perché si è riaffacciato l'incubo-isolamento nei 31 Comuni del comprensorio. I carabinieri sono dovuti intervenire per liberare le frazioni Maranese e Vaccarecce di Bellegra e alcune zone periferiche e rurali di Subiaco, Olevano Romano, Arsoli, Cervara di Roma, Gerano, Cerreto Laziale ed Affile.   L'isolamento assoluto è intanto patito dai vari allevamenti, dislocati nelle zone più impervie della più estesa Comunità montana del Lazio. Il Comando provinciale della Forestale effettuerà trasporti per portare oltre 600 quintali di mangime (farina disidratata di erba medica in pellets), acquistati dalla Regione. Il carico verrà concentrato a Subiaco e poi smistato, com'è già accaduto per il gasolio ed il sale, stoccati nel presidio (requisita la storica ex Cartiera) gestito dagli 80 granatieri, di stanza nella scuola elementare di piazza Roma. Ma per i pascoli di alta montagna «dovrebbe arrivare un elicottero- spiega Claudio Nocente, vicesindaco di Cervara di Roma, il centro più alto della provincia con i suoi mille e 100 metri- per poter gettare il foraggio dall'alto». Stesso problema a Vallepietra, dove le mandrie sono isolate in mezzo a due metri di neve tra i mille e 500 metri d'altitudine. Non soffrono la solitudine, invece, i cervi dell'area faunistica del Parco dei Simbruini: tutti i giorni una squadra dell'area protetta porta il foraggio agli animali di Cervara. Dove ieri, per liberare dalla neve ghiacciata il dedalo di viuzze e vicoli, sono arrivati ben 30 uomini della protezione civile del nord. Anche a Subiaco, oltre ai 9 boscaioli valdostani, è arrivata una squadra della protezione civile del Veneto con turbine e sgombraneve. Intervenuti per liberare anche le strade dell'ospedale «Angelucci», dove sono stati portati numerosi traumatizzati. «Questa emergenza dimostra ancora di più la necessità di avere qui un ospedale montano- dice Luciano Romanzi, presidente della X Comunità Montana- la Regione aveva fatto anche un'apposita legge per riconoscergli delle deroghe, ora mi auguro che torni sui suoi passi e gli eviti almeno la riconversione dettata dal decreto 80, che taglierebbe il 90 per cento dei suoi 82 posti letto». A Olevano Romano «la situazione crea gravi disagi per l'accesso pedonale e carrabile agli istituti» ed il sindaco Marco Mampieri ha firmato un'ordinanza che farà riaprire le scuole solo mercoledì 15, come a Bellegra. Martedì, invece, riapriranno quelle di Vicovaro, Affile ed Arcinazzo.

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