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Alemanno: siamo pronti a sforare il Patto di stabilità

Gianni Alemanno

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Impossibile, al momento, stabilire quanto costerà ai romani l'emergenza neve. Certamente svariati milioni di euro. Un problema serio in condizioni economiche, per tutti gli enti locali, già critiche. Per questo il sindaco Alemanno ha tenuto a ribadire quanto concordato in sede Anci due giorni fa, ovvero che «Roma si comporterà come gli altri Comuni dell'Anci, in piena solidarietà. Se non ci saranno risposte tutti i Comuni insieme sforeranno il Patto di stabilità. Chiederemo infatti che le spese che dobbiamo sostenere per l'emergenza vengano sottratte al Patto di stabilità. Dobbiamo essere in grado di attuare tutti gli interventi che servono per rimettere a posto le città dopo questa emergenza. Il governo ci ha già garantito il rimborso delle spese vive che andremo a fronteggiare con i privati». Un appello alla deroga del Patto di stabilità è arrivato anche dall'opposizione in Regione, in particolare dal consigliere Marco Di Stefano (Pd), che sottolinea soprattutto l'emergenza, anche economica, dei piccoli comuni laziali. «Mi associo alla richiesta fatta al governo dal sindaco di Palestrina perché siano rivisti gli obblighi di bilancio dei Comuni colpiti dalle eccezionali nevicate di questi giorni. Sono tanti i Comuni paralizzati dall'emergenza neve che hanno dovuto sostenere enormi costi per interventi di spazzaneve e spargisale e per la rimozione di alberi pericolanti e caduti e per moltissime altre azioni urgenti». Il problema di cassa in effetti è ben chiaro anche alla governatrice. «Bisogna sottolineare il sistema che comunque, al di là degli aspetti burocratici e amministrativi, oltre che economici, ha funzionato: ci sono migliaia di uomini e di donne che da sette giorni stanno lavorando sotto la responsabilità diretta dei presidenti delle Regioni, dei sindaci e dei presidenti di Provincia che si sono assunti delle responsabilità, a prescindere dalla copertura - ha detto la Polverini - poi abbiamo chiesto a gran voce, e abbiamo avuto un incontro assolutamente utile, per spiegare che siamo in una situazione eccezionale e quindi dai ministeri, bisogna trovare le condizioni economiche perché si dia una risposta». E se il governo ha già promesso il massimo impegno, c'è chi dice "no". È, guarda caso, il presidente del Piemonte, Roberto Cota che in linea con il leader del suo partito, Umberto Bossi: «Sia chiaro a tutti: non possono esserci furbi e furbetti. Se il Governo dà un solo euro, al di fuori della normativa attuale, a certe Regioni per l'emergenza neve, senza aver prima ridato al Piemonte i soldi stanziati per le alluvioni del 2011, che abbiamo recuperato aumentando le accise come prescrive la legge, scateno il finimondo». Il rischio, infatti, è che a pagare siano sempre e solo i cittadini: la legge 10, quella della Protezione civile, prevede che in caso le Regioni dichiarassero lo stato d'emergenza si aumenterebbero all'istante le accise sulla benzina e le tasse regionali per coprire le spese. Per questo, anche il Lazio ha dichiarato lo stato di calamità naturale e non (ancora) lo stato d'emergenza. Nell'attesa del via libera alla deroga del patto di stabilità da parte del governo Monti.

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