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Reazione a catena.

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Inparticolare sono state le giornate di venerdì e sabato a vedere, a Roma e in tutta la sua provincia, pattuglie delle Fiamme Gialle fermarsi di fronte le botteghe di ricambi auto, i benzinai (in particolare quelli sul Grande raccordo anulare) e tra i banchi allestiti in strada. Su queste colonne erano state denunciate le truffe di Porta Portese, dove la stessa catena costava 50 o 100 euro a discrezione del venditore. È il caso eclatante di Maurizio Maneschi, barista in via del Corso che ha staccato un assegno da duecento euro pur di montarle sulle ruote della sua auto. Gli uomini della Finanza, del comando provinciale di Roma, hanno così intensificato i controlli. Tra venerdì e ierisono stati 120 gli eccertamenti effettuati. Sono state riscontrate 49 irregolarità, pari al 40,8 per cento del totale. In particolare 21 violazioni alla disciplina dei prezzi. Ed è questo il dato che più interessa i cittadini raggirati. Molti rivenditori, infatti, non esponevano i prezzi degli articoli. La stessa catena, dunque, veniva venduta a costi diversi a seconda della persona che il commerciante si trovava di fronte. Le Fiamme Gialle hanno anche riscontrato 20 mancate o irregolari emissioni di scontrini e ricevute fiscali e 8 casi di irregolare tenuta della contabilità. «Abbiamo risposto alle esigenze dei cittadini - spiega il capitano della Gdf Claudio Bellumori - che nei giorni passati ci hanno inviato diverse segnalazioni a seguito del boom della vendita delle catene. Dalle verifiche effettuate sia con personale in borghese che in uniforme abbiamo riscontrato che c'erano effettivamente delle situazioni critiche». I furbi delle catene sono stati pizzicati soprattutto nella giornata di venerdì, mentre ieri molti erano preparati ai controlli. «Vuol dire che l'effetto deterrente ha funzionato», spiega l'ufficiale. Ma la lotta alle violazioni, ovviamente, non è circoscritta a questo week end. I controlli proseguiranno in tutta la città e provincia. «Le attività che stiamo eseguendo - racconta Bellumori - sono essenziali per andare in profondità nelle nostre indagini. Per noi sono degli "allert" che ci spingono a effettuare controlli sempre più efficaci». Cittadini tutelati, dunque, e soddisfatti anche gli appelli che erano rimbombati nei palazzi delle istituzioni nei giorni scorsi, quando il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri aveva chiesto maggiori verifiche sul territorio.

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