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Assassinò il nipote. Freddato a Torrevecchia

Sparatoria in via di Torrevecchia (Foto Gmt)

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Ucciso in auto con un colpo di pistola alla testa. Ieri sera, a Torrevecchia. Il killer ha aspettato che salisse la rampa e quando è arrivato a tiro ha premuto il grilletto. La vittima è Mario Maida, 60 anni, pregiudicato per omicidio. Prima delle 20, l'allarme al 113 lo ha dato il titolare del centro salute e benessere che si trova in via di Torrevecchia. Un testimone avrebbe visto l'assassino allontanarsi: mezza età, con un cappello chiaro da baseball e giubbotto scuro. Subito sono partite le ricerche e poco dopo si pensava che il responsabile fosse stato fermato a non molta distanza dal luogo del delitto. Ma si è trattato di uno scambio di persona. Maida è il quinto morto ammazzato del 2012. È un altro giallo nella lista dei casi da risolvere sul tavolo della Squadra mobile di Vittorio Rizzi. Ieri sera investigatori della sezione Omicidi e del Commissariato Primavalle di Domenico Condello hanno passato al setaccio la zona. La Scientifica ha cercato eventuali tracce lasciate dal killer. Il curriculum della vittima è movimentato. Il precedente è l'omicidio del nipote Andrea Bennato, colpito a morte il 13 dicembre 2005 dopo una lite scoppiata per un parcheggio, a Casal del Marmo, dove Maida risiedeva. La lite cominciò tra due ragazze, Valentina Stocchi e Francesca Pappalardo, fidanzata di un fratello di Andrea, mentre Francesca era la compagna di un cugino della vittima. Le due donne ebbero una discussione alla presenza del cugino di Bennato, per un parcheggio conteso. Andrea insieme a due suoi fratelli si presentò con mazze da baseball sotto casa del cugino. A uscire dal palazzo, però, fu il padre del ragazzo, Mario Maida, zio dei tre. Fu a quel punto che una semplice discussione si trasformò in una sparatoria nel corso della quale Andrea fu ucciso. I fratelli Gianluca ed Enrico tentarono poi di vendicarsi e tentarono l'omicidio dello zio. Per questo sono stati condannati a 8 anni di carcere. Nel 2007, Maida, rinviato a giudizio per omicidio volontario, fu rimesso in libertà per un vizio procedurale legato alla scadenza dei termini di custodia cautelare in carcere. Il 5 ebbraio 2011 l'Appello ha ridotto la pena a 11 anni di carcere.  

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