Zingaretti nell'occhio del ciclone. Il Pdl: paghi le sue nefandezze

In principio fu il Pd, che insieme a Sel e IdV, aveva chiesto a gran voce le dimissioni del sindaco Alemanno. Poi, mano mano che le polemiche sull'operato del primo cittadino salivano nei palazzi più alti, si sono accese quelle sul presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti. Tanti i comuni dell'hinteland capitolino che, al terzo giorno d'emergenza, si trovano ancora condizioni di disagio enormi. Tanto che l'indignazione di Palazzo Valentini è arrivata ieri intorno alle 12. «È una vergogna inconcepibile che in un paese civile, a quattro giorni dalle prime nevicate, ci siano ancora molti comuni a pochi chilometri dalla Capitale senza energia elettrica quindi senz'acqua, senza riscaldamento e telefonia - dice Zingaretti -. Questa folle situazione sta portando allo stremo migliaia di persone e stravolgendo il funzionamento della macchina degli aiuti. È importante che le massime autorità dello Stato intervengano al più presto anche perché nessuno dà garanzie certe su quando questa vergogna terminerà. Abbiamo chiesto alla Prefettura che già si sta adoperando, di adibire immediatamente centri di unità di soccorso in quelle zone in cui la situazione rischia di farsi drammatica». Un appello condiviso subito da Alemanno che pure venerdì sera, in un'intervista a Il Tempo, aveva confessato di non essere mai riuscito a parlare con il presidente della Provincia. E così è Zingaretti a finire ora sulla graticola politicante. Tutto il Pdl, dai coordinatori ai consiglieri eletti a Palazzo Valentini, mettono il dito sulla piaga di un ritardo nel comprendere la situazione di emergenza del quale, ieri, la governatrice del Lazio, Renata Polverini ha fatto ammenda. «Io non so se a Roma l'emergenza sia stata sottovalutata - ha detto Polverini - ci siamo attivati pur non avendo la consapevolezza assoluta che Roma potesse essere investita da questa ondata di neve. Le nostre competenze le abbiamo messe in campo. Purtroppo qualcosa non ha funzionato soprattutto sul piano della comunicazione». Una "croce" questa che non può essere addossata soltanto al sindaco capitolino. Così, Pd e Pdl si schierano l'uno a favore di Zingaretti, l'altro a favore di Alemanno. Emblematiche le note stampa prima del coordinatore romano del Pdl, poi del capogruppo Pd a Palazzo Valentini. «Tiro ad Alemanno per coprire Zingaretti - tuona Gianni Sammarco - il sindaco ci ha messo la faccia. Il tiro contro il primo cittadino, è servito a far passare incredibilmente sotto silenzio le responsabilità del presidente Zingaretti sulla situazione ancora drammatica dell'hinterland, dove molti comuni sono ancora privi di servizi essenziali come acqua ed elettricità». Replica di Emiliano Minnucci: «Il Pdl attacca Zingaretti per corpire Alemanno. È davvero sconfortante che in un momento drammatico come questo, esponenti del Pdl organizzino comunicati fotocopia che hanno come obiettivo il presidente Zingaretti. È evidente come questo ordine di scuderia sia stato dato per coprire le nefandezze e le incompetenze del fallimentare sindaco Gianni Alemanno». Ci aspettavamo almeno un po' più di fantasia.