Le Olimpiadi il complotto e lo scontro con la Lega
Nellaridda di polemiche che stanno caratterizzando l'allerta neve nella Capitale entra in gioco così anche la candidatura della Città Eterna a ospitare le Olimpiadi 2020. «Questa enfatizzazione dell'emergenza maltempo a Roma è francamente sospetta: non vorrei ci fosse una strategia nordista per mettere in discussione Roma», ha insinuato il sindaco Gianni Alemanno, secondo cui questa sensazione arriva in un momento in cui «il presidente Monti deve decidere sulle Olimpiadi. Non vorrei fosse l'ennesimo tentativo per presentare Roma come una realtà che non sa autogestirsi. In realtà ha superato l'emergenza prima di molti altri territori». Paranoia? Manie di persecuzione? Solo l'ultima uscita che caratterizza ormai una frattura conclamata tra la Lega Nord e il primo cittadino? Non proprio. Basta andare a rivedere le dichiarazioni dell'altro ieri del non proprio moderatissimo esponente leghista Salvini: «Roma, quarto mondo. Se fossi romano sarei incazzato al 100%; da milanese sono molto innervosito. Penso ai 60mila dipendenti pubblici che se coordinati avrebbero potuto fare qualcosa. Il primo ad avere oneri è il sindaco. Alemanno se si alza tardi è ovvio che non può fare molto. Hanno dormito tutti, la nevicata non è arrivata improvvisa. Per dignità ritiriamo la candidatura Olimpica, non facciamo ridere il mondo. Alemanno si dovrebbe vergognare e chiedere scusa. Roma Capitale ha avuto molti milioni. Dove finiscono tutti i soldi che prendono? Se il Gra fosse a pagamento magari qualche euro per comprare i mezzi di soccorso li troverebbero». Che l'educazione non facesse parte del bagaglio politico di Salvini era risaputo. Che alzare i toni fosse l'imprinting della scuola leghista pure. Ma un mix di insulti e qualunquismo va oltre. Alemanno potrebbe aver colpito nel segno. La replica di Roberto Castelli non smentisce: «Ma perché Alemanno anziché agitarsi e cercare complotti non dice la banale verità? Roma è una città mediterranea non abituata alla neve e quindi impreparata? È eccezionalmente nevicato e per un giorno la città è andata in tilt. Cosa c'è di male ad ammetterlo? Devo dire che gli ho invidiato il bellissimo maglione indossato in tv. È ovvio che al nord siamo più preparati e attrezzati. A sua consolazione devo confessare che anche a me almeno una volta l'anno capita di dover andare a casa a piedi per neve e ghiaccio. Non ho mai pensato però che fosse colpa della Protezione civile, dei pini e dei metereologi centralisti o dei complotti sudisti». Daniele Di Mario