Freddo, niente acqua ed energia In ginoccio la Valle dell'Aniene
Propriola «città dei panorami» è diventata il simbolo di un comprensorio messo in ginocchio dalla mancanza di energia elettrica (4 mila le utenze nella zona del Nord Aniene ancora bloccate), oltre che di comunicazioni telefoniche (cellulari, ma anche di rete fissa in molti casi). Per 96 ore, infatti, Bellegra è restata al buio: solo nella serata di lunedì l'Enel è riuscita ad installare un generatore, che però riesce ad alimentare appena un terzo del paese. Nella vicina Olevano ne sono stati attivati 6, ma da 100 Kw e quindi non sufficienti per tutte le zone, soprattutto per le pompe della rete idrica, ancora bloccata (l'Acea ha dovuto inviare le autobotti). Stesso problema a Rocca Santo Stefano (dove ci sono ancora 15 famiglie isolate nelle zone rurali, raggiungibili solo a piedi) e a Vallepietra, con un generatore che funziona a ore alterne. «Perché consuma 50 litri all'ora di combustibile, che non abbiamo: siamo in attesa di un rifornimento di duemila litri da Subiaco- dice il sindaco, Francesco Palmieri- ora però, dopo 4 giorni terribili, Vallepietra rivede la luce». Ma non ancora i collegamenti telefonici: «È da venerdì scorso che tento di mettermi in contatto con mio fratello - dice Sestilia Tozzi - faccio appello a tutti perché non dimentichino questi paesi montani». Un analogo sos è arrivato dal sindaco di Bellegra, Domenico Moselli, che ha dovuto allestire una cucina ed un ospedale da campo, alimentato da un gruppo elettrogeno, nella scuola elementare grazie alla Croce Rossa. Per raggiungere 3 famiglie, di cui non si avevano più notizie, i carabinieri della Compagnia di Subiaco hanno dovuto far arrivare un elicottero, che ha lanciato medicinali e generi di prima necessità. I prodotti alimentari sono un problema per tutti i tremila bellegrani perché i viveri forniti dalla Croce Rossa sono ormai in esaurimento e il centro incollato sugli 800 metri del Monte Celeste è ancora difficile da raggiungere. A Subiaco è arrivato un potente mezzo spalaneve dell'esercito che dovrebbe aiutare a sgombrare le strade più grandi. A cominciare dalla strada regionale Sublacense, ricoperta da neve ghiacciata ed alberi crollati fino agli Altipiani di Arcinazzo. «Qui la situazione è grave, c'è oltre un metro di neve e si fatica a venirne a capo nonostante le 4 ruspe attivate - dice il sindaco di Arcinazzo Romano, Giacomo Troja - mentre nel centro del paese abbiamo tamponato tutte le emergenze dopo 4 giorni di isolamento. Persiste solo quello teefonico: il prefetto è riuscito a contattarmi solo attraverso i carabinieri». I militari sono intervenuti anche in una casa di cura di Cineto Romano, dove ci sono 120 degenti, rimasti tutta la notte senza energia elettrica a causa della rottura del generatore di corrente, e a Roccagiovine, per portare in dialisi un 78enne in condizioni critiche. Famiglie di sfollati a Subiaco, dove il Comune ha dovuto far spalare il tetto del Pronto soccorso (a rischio di sfondamento per il carico della neve) dell'ospedale Angelucci, raggiunto con difficoltà da un'ambulanza di Albano con trasferito d'urgenza nel reparto di Rianimazione. «Due camion di sale sono stati collocati a Subiaco per la distribuzione ai mezzi della protezione civile degli altri comuni - dice il sindaco, Francesco Pelliccia - ci siamo adoperati per trovare delle cisterne per 8000 litri di carburante per i mezzi di soccorso che sono stati portati oggi con una autocisterna dell'esercito». Ieri il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, e l'assessore provinciale Marco Vincenzi hanno effettuato un sopralluogo per verificare la viabilità di collegamento dei Comuni di Ciciliano, Cerreto, Gerano, Pisoniano, Capranica, Rocca Canterano, San Vito, Canterano e Agosta. Ma tutti i Comuni chiedono il ripristino della linea elettrica. E, dopo Cittadinanzattiva, arrivano altre class-action contro Enel: «Nei prossimi giorni - annuncia il Codacons - partiranno le operazioni per la raccolta di adesioni all'azione collettiva nei Comuni di Olevano Romano, Bellegra, Subiaco, e in tutti gli altri centri rimasti isolati».