Massimiliano Vitelli OSTIA Tanto oro quanto pesa.
ICompro Oro stanno invadendo velocemente il lido di Ostia, complice la forte crisi economica e l'esigenza pressante delle famiglie di capitalizzare. Presi d'assalto da cittadini pronti a vendere gli ori di famiglia e i regali di battesimi, comunioni e cresime pur di tirare avanti, questi esercizi commerciali figli della disperazione sociale sembra siano poco attenti alla taratura delle loro bilance di precisione. Il «tour della pesata» inizia in un negozio ad Ostia ponente, in viale Vasco de Gama. Ci presentiamo al bancone con una catenina ed un braccialetto. La giovane dipendente, dopo aver dato velocemente un'occhiata alle targhette che riportano la qualità del metallo prezioso, li depone, uno alla volta, sulla piatto della bilancia. Il verdetto è di 10.2 grammi per la catenina e di 6.2 grammi per il braccialetto. Ce li acquisterebbe a circa 420 euro. Decliniamo la proposta e ci spostiamo in corso Regina Maria Pia. Qui, all'interno di una piccola attività orafa, un ragazzo ci offre 275 euro per la catenina (10.60 grammi) e 170 euro per il braccialetto (6.50 grammi). Totale 445 euro e quasi un grammo in più. Preso atto che in meno di quindici minuti il nostro oro si è un po' ingrassato, decidiamo di fare un altro tentativo. Questa volta entriamo in un esercizio commerciale in via Mar Giallo, una piccola strada situata nella zona Stella Polare. I numeri visualizzati dal display della bilancia ci lasciano un po' increduli. Forse per lo stress da prova-peso, sia la catenina sia il braccialetto risultano essere dimagriti di quasi mezzo grammo. Intanto, navigando su internet, scopriamo che un'attività di Compro Oro ad Ostia ha due negozi distanti uno dall'altro meno di un chilometro. Essendo parte della stessa catena commerciale supponiamo che almeno dalle loro bilance non arrivino sorprese e che ci vengano dichiarati gli stessi pesi. Invece no. Nel primo locale, in via Aristide Carabelli, i nostri due articoli preziosi pesano rispettivamente 10.23 grammi e 6.30 grammi e, passando all'incasso, usciremmo con poco più di 410 euro. Li rimettiamo in tasca, saliamo in macchina e in pochi minuti siamo nel secondo punto vendita, in via Mar Rosso. Dopo aver testato in modo molto professionale la qualità dell'oro che proponiamo versandoci sopra alcune gocce di uno speciale liquido e grattandolo un po' con una limetta, la commessa al di là della vetrata ci annuncia la triste notizia. Catenina e braccialetto soffrono probabilmente di anoressia perché ora pesano solamente 10 e 6 grammi. Inspiegabilmente, però, ci offre 430 euro per ritirarli e mandarli a fondere. Ringraziando, rifiutiamo la generosa offerta e andiamo via. Queste ultimi due tentativi hanno fatto emergere la situazione più incredibile. Stesso nome dell'attività, pesi differenti e, addirittura, valutazioni opposte. Ormai in piena confusione decidiamo di fare un ultima prova ed entriamo in una oreficeria in via Angelo Olivieri. All'interno, invece, un ragazzo ci comunica che i nostri ori stanno bene, anzi, non sono mai stati meglio. Peso dichiarato 10.70 grammi per la catenina e 6.70 grammi per il braccialetto. Il test sulle bilance «d'imprecisione» finisce qui.