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Sequestrate società e aziende

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Il tesoro del boss-imprenditore Lorenzo Pintore già coinvolto con Anonima sarda e camorra

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Daitrascorsi per sequestro di persona targati Anonima sarda, alla camorra di Ciro Mariano, fino a meanager di società immobiliari e aziende agricole, a Roma e dintorni. Ieri la Guardia di finanza ha prosciugato le ricchezze di Lorenzo Pintore, 65 anni, di Sassari. Beni per oltre 18 milioni di euro, sia nella Capitale, sia in provincia di Viterbo. Tutto è partito dal forte contrasto: i pochi redditi che lui dichiarava, e il tesoro che gestiva. Per lui si è mosso un esercito. L'operazione è stata eseguita dalla Guardia di finanza, dai militari del Comando provinciale di Roma, dal Servizio centrale investigazione criminalità organizzata e dal Reparto operativo aeronavale di Civitavecchia. Tra i beni sottoposti a confisca ci sono: 23 immobili, alcuni dei quali situati in note località turistiche laziali e a Roma, cinque autovetture, due società commerciali e numerose quote societarie di aziende operanti nel settore edilizio e immobiliare. Spiegano i finanzieri che il provvedimento di confisca «rappresenta la conclusione dell'attività investigativa condotta nell'ambito di un procedimento per l'applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale che, a marzo dello scorso anno, aveva portato il Tribunale di Roma a disporre il sequestro dei beni riconducibili all' imprenditore il quale, in oltre quarant'anni di carriera criminale ha accumulato precedenti per associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, violazione delle norme in materia di armi, furto, falso, rissa, sequestro di persona a scopo di estorsione e truffa». Gli investigatori hanno accertato che una consistente parte del patrimonio accumulato dall'imprenditore viene da ingenti truffe nel settore immobiliare, grazie alle quali è riuscito ad acquisire notevoli disponibilità finanziarie reinvestite in acquisti di immobili e nella costituzione di società, in molti casi intestate a soggetti compiacenti, per lo più familiari che fungevano da prestanome. Nel curriculum di Pintore c'è il grande crimine. La banca dati delle forze dell'ordine e gli archivi delle cronache giornalistiche rivelano lo spessore di un personaggio della grande malavita che negli anni, oltre a districarsi tra i guai giudiziari, è riuscito a investire grosse somme di denaro e ad accumulare ingenti ricchezze. E sono state queste a riportarlo sotto la lente d'ingrandimento degli investigari. Pintore nell'82 è stato coinvolto nel sequestro di persona di un imprenditore del Varesotto, Nell'aprile '94, è stato arrestoto perché accusato di essere vicino al clan camorristico di Ciro Mariano, di essere referente della costola romana dell'organizzazione. Fu scovato sul litorale romano dagli agenti della Criminalpol del Lazio. Pintore ufficialmente risiedeva a Fiumicino fu preso all' alba in un appartamento a Torvaianica. L'uomo, che era con una donna, non era armato e non ha fatto resistenza. Il boss imprenditore era già finito in carcere nel 1993 insieme con altre trenta persone. Ma poco tempo dopo era stato scarcerato in quanto il Tribunale della Libertà aveva annullato il provvedimento nei suoi confronti. Un ulteriore controllo della sua situazione effettuata dalla Sezione Riesame del Tribunale di Napoli aveva però reso nuovamente esecutivo il mandato d'arresto. Ritenuto responsabile di estorsione e di traffico di stupefacenti, Pintore era uscito dal carcere.

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