A Kabul in aiuto delle donne afghane
CosìIsabella Rauti, membro dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale del Lazio, in missione istituzionale in Afghanistan dopo la visita la casa-protetta per donne e bambini vittime di violenza, gestisce a Kabul dal 2004 dall'ong Hawca. «La questione femminile, sulla quale il presidente Karzai si è espresso anche in occasione della sua recente visita a Roma, resta un nodo centrale nel processo di transizione, che si concluderà nel 2014 con il totale controllo del governo afghano sul Paese», afferma Rauti. «Ma i recenti casi di Storay, uccisa dal marito perché aveva partorito la terza femmina invece che un maschio, e di Sarah Gul, sposa-bambina di 15 anni, reclusa dalla famiglia in un seminterrato e torturata per mesi perché non voleva prostituirsi e, più in generale, la condizione delle donne, testimoniano che c'è ancora molto da fare in Afghanistan per garantire i diritti fondamentali».Oggi la Rauti incontrerà la giovane Sarah Gul nell'ospedale dove è ricoverata. In questa occasione la consigliera regionale consegnerà i farmaci donati dalla Regione Lazio. Nel corso della missione, la seconda, in Afghanistan dopo quella effettuata un anno fa nella provincia di Herat, Isabella Rauti incontrerà anche la presidente della Commissione afghana per i diritti umani Sima Samar e visiterà il carcere femminile e minorile di Kabul. «Spero di riuscire anche a visitare il reparto delle cosiddette "autoimmolate" dell'ospedale della capitale. Non tutti forse sono coscienti che la violenza della guerra afghana si accanisce con le fasce più deboli della società», ha detto Isabella Rauti che intende così portare il sostegno del Lazio alle donne afghane.