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Il boomerang dell'Udc sulla Provincia

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Ieri,per "onorare" la giornata di protesta indetta dall'Upi contro l'abolizione dell province, anche il consiglio provinciale di Roma, così come in tutte le omonime assemblee d'Italia, hanno discusso e votato una mozione che chiede alla Regione di farsi promotrice di un ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto del governo. Per il presidente Zingaretti si tratta di una battaglia di innovazione che punta a una vera riforma e non a trasformare le Province nel capro espiatorio del malfunzionamento dello Stato. Il risparmio infatti «è solo dell'1,35%». Parla di un'operazione all'insegna dell'antipolitica il capogruppo Pdl, Simonelli, mentre l'unico a votare contro, sui 40 presenti è stato il consigliere dell'Udc Mario Ferrante: «L'Udc è favorevole all'abolizione delle Province, che così come sono non hanno più ragione d'essere». Una posizione espressa da tale pulpito suscita tuttavia qualche perplessità. Verrebbe da tornare alla campagna elettorale del 2008, quando il candidato Ferrante andava a cercare consensi per essere eletto in un ente da lui stesso definito inutile. Una sottolineatura avanzata dal consigliere di Sel, Gianluca Peciola, che dopo aver chiesto agli esponenti dell'Udc di lasciare gli incarichi ricoperti nelle Province, ricorda come il partito fino a ieri «rivendicava postazioni in questi enti, mentre oggi insegue un'opinione pubblica fuorviata dai veri problemi che attanagliano il Paese e continua a pronunciarsi per lo scioglimento». La battaglia tra Sel e Udc fino a poco fa era proprio sulla candidatura alla Provincia di Roma. Qualora questa non venisse abolita, come farebbe il partito di Casini a rivendicare la guida di Palazzo Valentini? Susanna Novelli

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