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Il Difensore civico tra diritti e politica

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Unapremessa necessaria questa per cercare di spiegare l'impasse nella quale è finito il Campidoglio in merito agli sportelli per i diritti dei cittadini e la figura istituzionale del Difensore civico. Un accordo, siglato la settimana scorsa tra il sindaco Alemanno e il Codacons con il quale il Campidoglio affida all'associazione dei consumatori la gestione di sportelli da aprire in ogni municipio, ha già creato una battaglia tutta interna alle associazioni paladine dei cittadini. In una nota infatti, altre e famose associazioni hanno chiesto un incontro urgente con Alemanno per prendere visione dell'accordo, e capire per quale motivo non sia stato fatto un bando per l'affidamento di un servizio. Di tutta risposta il Codacons ha rilanciato con una lista di servizi offerti da alcune di queste altre associazioni in alcuni comuni italiani. Al di là delle faide interne alla categoria, il punto è un altro. Si tratta proprio di quei paletti posti tra diritti e politica che garantiscono trasparenza e democrazia. Sulla vicenda è tornato Corrado Stillo, responsabile dell'Osservatorio per la tutela e lo sviluppo dei diritti dell'Associazione "G.Dossetti: i Valori". «Per quanto riguarda il Difensore Civico la giunta Alemanno ha dimostrato l'incapacità di dare attuazione a quanto dispone lo Statuto di Roma Capitale che, all'art.14, afferma che il Difensore Civico è eletto dal Consiglio Comunale con il voto favorevole dei due terzi dei Consiglieri e, dopo la terza votazione, della maggioranza assoluta dell'Aula. All'indomani dell'elezione del nuovo Consiglio Comunale fu varato un bando per le candidature, le raccolte di firme, il coinvolgimento delle Consulte. Le candidature proposte vennero vagliate dall'apposita commissione comunale che completò l'istruttoria, poi non si seppe più nulla - ricorda con precisione Stillo -. Il Codacons e le altre organizzazioni già fanno, nel loro ambito, tutela dei diritti dei cittadini. Il Difensore Civico di Roma avrebbe dovuto essere, invece, un organo di espressione della democrazia civica e municipale eletto dai rappresentanti dei cittadini e non il referente di una organizzazione privata. La rinuncia al dibattito e al voto del Consiglio Comunale appare un esproprio ai cittadini del Difensore Civico, oggi più che mai necessario, per segnalare abusi, disfunzioni, carenze, ritardi, corruzioni. Nominandolo il sindaco, su sua fiducia, la parzialità e la terzietà di uno sportello sui diritti può apparire dubbia e dare adito a più di una perplessità». Ipse dixit. Sus. Nov.

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