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In Campidoglio si affilano le armi

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Il Campidoglio, Roma

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La discussione in Aula Giulio Cesare sul Piano Casa varato dalla Regione si è aperta giovedì con l'introduzione dell'assessore capitolino all'Urbanistica, Marco Corsini, con una protesta dei movimenti sociali sotto il Campidoglio. Domani i consiglieri capitolini entreranno nel vivo del dibattito con la presentazione di emendamenti e ordini del giorno. Sull'adozione del Piano Casa da parte del Campidoglio si sono già tramandate diverse leggende. Alcune sono vere. La prima delibera è stata approvata a ridosso della pausa natalizia. L'emendamento che modifica questa stessa delibera è stato varato dalla stessa giunta Alemanno mercoledì . Praticamente, tolta la pausa natalizia, a distanza di pochi giorni. «Avevamo tempi stretti per l'approvazione della prima proposta di delibera - spiega Corsini - che deve essere sottoposta all'esame dei municipi e a quello finale dell'Assemblea capitolina entro il 31 gennaio. Per questo nella prima delibera abbiamo introdotto il principio che tutte le valorizzazioni previste dal Piano Casa fossero soggette al contributo straordinario, che sarebbe stato poi definito successivamente. L'emendamento di mercoledì dunque ha definito il contributo straordinario limitandolo alle aree, anche se - precisa poi l'assessore - la nostra intenzione era quella di introdurlo anche su superfici e pertinenze. Si è trattato di un punto di equilibrio raggiunto tra istituzioni». L'intervento della Regione per attenuare i paletti posti dal Campidoglio c'è stato. E questo è un avvenimento che può essere letto come un passo indietro da parte di Alemanno per venire incontro alla Polverini, o meglio all'assessore all'Urbanistica dell'Udc, Luciano Ciocchetti. D'altra parte, però, l'ambito nel quale il Comune si può muovere all'interno di una materia regionale è strettissimo, quindi il fatto di aver introdotto almeno un contributo a vantaggio delle casse capitoline è una vittoria. La domanda da porsi, dunque, è diversa. Perché l'emendamento non è stato fatto dal Consiglio comunale che è (e resta) sovrano nella decisione finale in materia di urbanistica? La cosiddetta "retromarcia" della giunta capitolina poteva essere compiuta con meno clamore in Aula Giulio Cesare. Ecco allora che i numeri in Aula Giulio Cesare tornano a fare paura. Le ultime defezioni hanno indebolito il gruppo Pdl, arrivato a 32 consiglieri (e non tutti contenti) contro i 27 delle opposizioni. Per questo, forse, la giunta si è assunta una responsabilità politica che, stavolta, poteva anche evitare.

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