Neonata morta al nido. Dubbi sul rigurgito
L'autopsia non basta. Non emerge ancora un quadro certo dall'esame autoptico sulla bambina di quattro mesi morta mercoledì in un asilo nido privato a Parco de' Medici, alla Magliana. I primi esiti dell'accertamento, svolto ieri nel tardo pomeriggio all'Istituto di medicina legale della Sapienza dal dottor Giorgio Bolino, non sembrano confermare l'ipotesi iniziale del rigurgito di latte quale causa del decesso. Saranno pertanto svolti ulteriori accertamenti medici per far luce sulla vicenda. Sul caso il pm Francesca Passaniti ha aperto un fascicolo contro ignoti con l'ipotesi di reato di omicidio colposo. Il nido il Girotondo non ha mai chiuso. Le madri hanno calzato un po' più a fondo i cappellini di lana sui visi paffutelli dei figli, come avevano fatto il giorno della tragedia per sottrarli a flash e telecamere. Ma ieri mattina il faticoso ritorno alla normalità dell'asilo è iniziato senza l'assalto dei giornalisti. È qui, nell'elegante complesso dello Sporting Club Parco de' Medici, a via Viola, sotto la Roma- Fimicino in XV Municipio che mercoledì mattina è morta una bambina di quattro mesi forse soffocata da un rigurgito di latte. Una poppata che la mamma aveva dato a casa alla piccola, al suo secondo giorno d'asilo. La struttura deve assicurare continuità alle famiglie, che lavorano nelle tante aziende della zona, con cui il nido è convenzionato. Ma l'entrata dei bambini è stata a scartamento ridotto, la metà dei 50-55 piccoli iscritti è rimasta a casa. Ma non c'è stata una mamma o un papà che non sia andato a dare personalmente un segno di solidarietà alle maestre. Con abbracci e lacrime, come aveva fatto anche la madre della piccola, Sonia, 35 anni, dipendente Telecom, che la mattina della tragedia era riuscita a trovare la forza di abbracciare un'operatrice e a farle coraggio: «Poteva succedere anche a me» le ha detto. L'indagine fa il suo corso. Per il decesso della piccola Martina nell'asilo che frequenta anche il fratellino di due anni, da ieri la Procura procede per omicidio colposo, a carico di ignoti. Si è trattato di una decisione tecnica del pm Francesca Passaniti, legata ad accertamenti tra cui l'autopsia. La formulazione dell'ipotesi di reato ha consentito al pm l'esame autoptico per individuare cause e ora della morte. Ma non è bastato. Il giorno prima, invece, non c'erano ancora ipotesi di reato. Dai primi accertamenti non sarebbero emerse omissioni di soccorso, né ritardi nei soccorsi. Ogni telefonata al 118 è registrata. Le due ambulanze dell'Ares sono arrivate in 7 minuti, e nonostante gli interventi il personale ha constatao il decesso, avvenuto almeno mezz'ora prima. «Dal momento che parte un'allarme, tu spiegami come fa un'ambulanza allarmata ad arrivare in 7 minuti» commenta il gestore dello Sporting Club, Fabrizio Rota, 61 anni, riferendosi alle difficoltà di circolare a Roma. Rota ribadisce quanto affermato il giorno prima. «Le due ambulanze sono arrivate a distanza di 8-10 minuti l'una dall'altra, la prima dopo 20 minuti circa dalla chiamata, e solo sulla seconda c'era il medico che ha potuto effettuare l'aspirazione del liquido, e due infermieri. E in attesa della prima una maestra è salita in moto diretta al vicino Cavalieri di Malta, mentre le operatrici praticavano le manovre di primo soccorso». «Come è andata l'abbiamo visto tutti» dice Piera, titolare dell'asilo che ospita 50-55 bambini in 500 metri quadri, dove lavorano 13 donne. Ascoltata in Questura insieme con la direttrice del nido, Marina. Ieri hanno accolto i bimbi. «Col cuore spezzato stiamo cercando di tornare alla normalità» afferma Piera. Molte famiglie hanno tenuto i figli a casa. «Abbiamo saputo tardivamente che il nido era aperto ma domani la riportiamo» dice Mauro Caporaletti, padre di una bambina di 10 mesi, collega in Telecom dalla madre di Martina. Altri sono arrivati nel pomeriggio. «Gli piscologi del Campidoglio hanno sugggerito continuità - dice Luca Casanella - ed è giusto».