Pescatori sbarcano in Centro
Sui banchi addio pesce fresco La protesta per il caro-benzina lascia le barche in porto A secco le pescherie del litorale.Restano i surgelati
Ipescatori sono scesi dalle barche e si sono fatti sentire sotto Palazzo Montecitorio. Proteste, striscioni, bombe carta e due feriti tra gli operatori del sottore, per protestare contro il caro-gasolio e le regole dell'Ue. Ma se i pescatori erano sotto il Palazzo, i pescherecci erano in porto. E trovare il pesce, in questi giorni, è stato - quasi - impossibile. OSTIA E FIUMICINO Remi in barca e reti sulle banchine. Pescatori fermi anche a Ostia e Fiumicino in segno di protesta. «Blocco a oltranza - promette Lorenzo Melchiorri, presidente Operatori Portocanale di Fiumicino - almeno fino a quando non avremo risposte degne alle nostre richieste». Circa una sessantina le imbarcazioni, compresi i maxi-pescherecci di altura e le turbossoffianti, che da lunedì hanno messo in pausa le uscite a mare dal porto di Fiumicino. «Alle pescherie non sta arrivando nulla - assicura Melchiorri -, siamo uniti nella protesta». Medesimo scenario surreale al Borghetto dei Pescatori di Ostia. Qui dall'alba il classico viavai di barche, e la compravendita al dettaglio del pesce, è ormai un ricordo. «Il mio peschereccio ha bisogno di mille litri di benzina, che faccio ogni volta sborso mille euro, visto l'aumento previsto?», tuona Franco D'Arienzo, presidente della Cooperativa San Nicola di Ostia. CIVITAVECCHIA Hanno partecipato alla manifestazione di Roma i 20 pescatori della cooperativa di Civitavecchia, preoccupati per il loro futuro. «Siamo fermi da venerdì - ha spiegato il portavoce locale Fedele Cicatello - e la protesta andrà avanti ad oltranza se non avremo risposte certe e garanzie per la nostra attività, messa già a rischio. Al momento il risultato è che non esiste pesce locale sui banconi. Quello che si trova in vendita non si sa da dove arriva e probabile che sia anche surgelato». ANZIO Hanno incrociato le braccia senza alcuna voglia di smettere i pescatori della flotta di Anzio. Da tre giorni pescherie e ristoranti fanno a meno del pescato locale. «Nonostante tutto - spiega Claudio Brinati di Federcoopesca - ci hanno dimostrato solidarietà in questa battaglia. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare la politica: vogliamo che l'Iva venga equiparata a quella del settore agricolo e che si dia il via all'approvazione di un sistema comunitario di leggi, con norme più gestibili per chi opera nel bacino del Mediterraneo rispetto a chi pesca nei mari del Nord». Valeria Costantini Daria Geggi Cosimo Bove