L'agenzia immobiliare nel mirino degli inquirenti
Scartata la rapina. Si punta sull'agguato premeditato
Gliinvestigatori non hanno più dubbi: Antonio Maria Rinaldi non è stato ucciso per una rapina finita male e, probabilmente, il colpo che gli ha trapassato il cranio non è stato esploso per errore. Il sessantaquattrenne assassinato martedì nel garage di casa da un killer con il passamontagna calato sul viso aveva paura, temeva per la sua incolumità. E da alcuni mesi si faceva accompagnare da un trentacinquenne robusto, atletico, che gli faceva da autista e però non ha impedito allo sconosciuto in attesa nell'autorimessa di sparagli quando i due sono arrivati con la Smart nera della vittima. Nel mirino dei detective della Mobile di Vittorio Rizzi ci sono le attività più recenti di Rinaldi, che gestiva un'agenzia immobiliare all'Eur e si occupava di aste fallimentari. Potrebbe, infatti, nascondersi nelle pieghe del suo lavoro il movente dell'omicidio della Pisana. Intanto gli inquirenti stanno esaminando con attenzione le immagini di alcune telecamere della zona. Ma il killer aveva il volto nascosto dal cappuccio e, quindi, anche se gli «occhi elettronici» lo hanno immortalato sarà difficile risalire alla sua identità. L'altro ieri la polizia aveva anche fatto svuotare da addetti dell'Ama i cassonetti dei rifiuti vicini al civico 310 di via del Fontanile Arenato, dove Rinaldi abitava con l'anziana madre e una badante. Sembra, tuttavia, che nulla di nuovo sia emerso dalla verifica. L'omicida non si è liberato della pistola (probabilmente un revolver di piccolo calibro) gettandola nell'immondizia. L'uomo che accompagnava Antonio Rinaldi, Martino T., di 35 anni, alle spalle un Daspo (divieto di frequentare lo stadio) per qualche intemperanza da ultrà all'Olimpico, non era armato. E lo stesso discorso vale per l'uomo ucciso. Non solo. Martino ha riferito che il killer aveva intimato al suo amico di consegnargli i soldi che aveva, indirizzando così i sospetti verso una rapina degenerata in omicidio per una reazione della preda di turno, e aveva accennato anche a una reazione di Rinaldi. Ma l'assassino non ha neanche tentato di derubare Rinaldi dopo averlo ferito mortalmente. E, anche se non usava il portafogli, gli investigatori nelle sue tasche hanno trovato diverse banconote. Non convince neanche il fatto che il sicario abbia atteso i due nel garage, come se sapesse già chi e quando doveva arrivare. Quindi ha premuto il grilletto una volta sola. Il proiettile ha raggiunto l'agente immobiliare all'altezza dell'occhio destro, uccidendolo quasi all'istante. Dettagli, comunque, che saranno approfonditi nel corso dell'autopsia sul corpo di Antonio Rinaldi, che verrà eseguita oggi.