Frutta e ortaggi alle stelle Assalto ai supermercati
Piùtra i venditori, meno tra i consumatori. Anche se si è già verificata qualche corsa all'accaparramento di ortaggi e latte. Nei supermercati, ad esempio, interi scaffali del reparto verdure sono completamenti vuoti. Alcuni ortaggi come zucchine e certe varietà di pomodori spariti. Scarseggiano i prodotti italiani. Resistono (ci mancherebbe!) degli asparagi provenienti dal Perù: più di nove euro al chilo! Oppure le melanzane from Spain. Buchi vistosi anche nel reparto carni: soprattuto quelle bianche. Le confezioni di pollo, tacchino e suino vanno a ruba. Se non è sindrome di accaparramento è mancanza di nuova merce. Lo sciopero di tir ha bloccato gli approvvigionamenti dei supermercati. Se scoppia il panico tra i clienti c'è il rischio che gli scaffali si svuotino in breve tempo. Un salto ai mercati rionali, per sapere se i prezzi di alcuni prodotti freschi sono già cresciuti. Gli operatori del commercio già fanno i conti con la scarsità della merce al Car. Il prezzo di zucchine, peperoni, melanzane e pomodori siciliani è lievitato in poco tempo. E il pesce di mare, in particolare azzurro, è introvabile in un banco su quattro. Ecco i primi effetti che il blocco dei Tir sta portando sui mercati capitolini. Per ora la situazione è sotto controllo, ma potrebbe precipitare presto, assicurano alcuni operatori dei mercati rionali, se la protesta dovesse andare avanti. Al mercato coperto Della Vittoria di via Montesanto bastano poche battute con i venditori «storici» per focalizzare i problemi. «Quello che c'è sul banco finirà in breve tempo - spiega Vincenzo fruttivendolo di Fondi - E non sappiamo come rimpiazzare la merce. È difficile arrivare a Roma con il camioncino anche se portiamo a vendere i nostri prodotti. Ci sono i blocchi dei trasportatori per strada. Rischi pure la pelle». Il compaesano Gino sul suo banco di frutta e verdura ha già ritoccato i prezzi: i pachino a 5 euro al Kg, i carciofi a 1 euro l'uno, melanzane e peperoni a 3.50. «Per forza - dice - i prodotti siciliani li abbiamo già pagati il 20, 30% in più». Il macellaio Ettore lancia l'sos per il pollo anche se «ho un piccolo produttore che viene apposta dalle Marche a rifornirmi». Comunque le scorte di carne finiranno venerdì. Claudio pescivendolo è scoraggiato: «Non si trovano più le alici. Le barche non sono uscite». A piazza Irnerio sui banchi broccoli, carciofi e spinaci, i peperoni, le zucchine e i pomodori siciliani sono in quantità ridotta. «Al Car tra poco non si trovano più – dice Roberto – stamattina (ieri n.d.r.) ho preso più verdura del solito che metterò in frigorifero e che mi permette di stare tranquillo tutta la settimana». Giuseppina è pessimista: «Già lunedì ho avuto problemi a rifornirmi». Qui i pomodorini pachino li trovi a 4 euro. I peperoni hanno subito rincari medi del 10%. Le zucchine romanesche stanno anche a 6 euro. Problemi per il pesce. Al mercato Andrea Doria i banchi chiudono prima: «Ci sono problemi di rifornimento al Car – racconta Antonia – ho poco pesce questa mattina». Il flusso della gente è continuo. «Qualcuno ci chiede se mancherà la roba da mangiare e che ne sappiamo noi? Speriamo di no». Scorte di frutta e verdura al momento non se ne fanno. «Tutto tranquillo – racconta Mario che ha un banco di ortofrutta – ci sono pochi soldi anche perché siamo alla fine del mese, altro che scorte!». Situazione un po' più tesa al mercato di Cola di Rienzo. Roberto ammette di aver dovuto aumentare il prezzo dei peperoni. «Li ho pagati di più anche io ieri mattina», mentre per pomodori e zucchine ancora nessun rincaro. «Ma domani devo andarmi a rifornire, chissà che prezzi trovo». C'è anche chi di allarme non vuole proprio sentir parlare. È il caso di Serena. «Non c'è nessun pericolo, la maggior parte di noi vende prodotti locali e quelli di sicuro non mancano». Ad alzare un po'il livello di allarme ci pensano, però, alcuni esercenti. In un paio di bar del quartiere Boccea il latte, ieri mattina, era finito prima del solito. «Abbiamo visto clienti acquistare 4-5 bottiglie insieme – dicono da un bar frequentato di via Boccea – non so dire se dipende dalla paura di restare senza. Comunque è un po' strano». Il latte in questione è prodotto a breve scadenza.