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Stranieri feriti. Fermato un ragazzo

carabinieri

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La scusa è stata una sigaretta negata. Ma era chiaro che quei tre non si sarebbero accontentati e che volevano attaccare briga. La vittima di turno dei «bulli» è un trentottenne bengalese, che è stato picchiato e derubato. Ai due cognati, che avevano bloccato gli aggressori, è andata peggio: sono stati accoltellati. Protagonisti dell'aggressione, tre giovani dalla carnagione chiara. Uno di loro, un sedicenne romano, è stato fermato ieri sera. Teatro dei fatti ancora una volta Tor Pignattara, il quartiere dove il 4 gennaio hanno trovato la morte Zhou Zeng e la figlia Joy, di appena nove mesi. È l'alba di sabato. Verso le quattro Mojibor Rahman esce da casa per andare a lavorare al mercato di piazza Vittorio. In via Gabrio Serbelloni viene avvicinato dai tre sconosciuti. «C'hai una sigaretta?», gli chiedono. Il bengalese risponde negativamente. E si busca un diretto che gli frattura le ossa nasali. Quindi i tre gli sfilano il portafogli che contiene 200 euro e scappano. I cognati della vittima, Arob Ali e Robiul Molla, entrambi ventiquattrenni, accorrono in suo aiuto. Rintracciano il terzetto ma vengono a loro volta aggrediti e feriti alle braccia e al torace a colpi di coltello (non sono in pericolo di vita e uno è già stato dimesso dall'ospedale). L'aggressione ha provocato la rabbia dei bengalesi che vivono e lavorano nella zona a sud-est della Capitale. Un raduno di protesta per chiedere più sicurezza si è svolto nel pomeriggio proprio in via Serbelloni: «In questo quartiere ci sono circa 5 mila bengalesi. Chiediamo protezione non solo per gli italiani ma anche per noi», ha detto Raman Shah, presidente dell'associazione Italbangla durante la manifestazione. A Tor Pignattara, che ospita migliaia di extracomunitari di varie nazionalità, il 30 marzo cinque ragazzini vennero arrestati dai carabinieri per aver picchiato un italiano che gli aveva rifiutato una sigaretta. Il 13 aprile 2011, per lo stesso motivo, in cella finirono due giovani che avevano pestato un bengalese. Uno è quello fermato in serata dai militari della compagnia Casilina coordinati da Giuseppe La Gala, comandante del Gruppo Roma. Farebbe parte di una «gang» multietnica (con lui due romeni che avrebbero partecipato alla prima fase dell'aggressione di venerdì notte e sono ricercati) che spadroneggia in quell'area. Anche il sindaco è intervenuto sul ferimento. I recenti arresti operati dai carabinieri, per Alemanno, dimostrano «che lo sforzo sul controllo del territorio è notevole e che passi avanti importanti sono stati fatti. Questo episodio va valutato attentamente, non va enfatizzato. Mi auguro, e su questo i carabinieri mi hanno dato ampia rassicurazione, che nelle prossime ore vengano individuati i responsabili di questo accoltellamento che nasce dall'ambito di una rissa». E i carabinieri hanno raccolto in tempo record l'appello del primo cittadino.

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